Corriere della Sera

Salvini: 200 avvocati pronti a difendermi

Sul caso Open Arms l’ex ministro Tria lo difende. Il battibecco in spiaggia con una sindaca del Comasco

- DAL NOSTRO INVIATO M.Cre.

Chi lo avrebbe mai detto? Per Matteo Salvini, la buona notizia arriva da Giovanni Tria. Il ministro all’Economia e alle Finanze del governo gialloverd­e «assolve» l’ex ministro dell’Interno. O, quanto meno, chiama a correo l’intero esecutivo per i fatti della nave Open arms, per cui il Senato ha appena sancito che Salvini debba essere processato: «Ho sentito parlare di interesse pubblico — ha detto il professore imprestato al primo governo Conte — Per quel governo, quello era interesse pubblico». Nessun ministro, secondo Tria, può dunque chiamarsi fuori: «L’informazio­ne stava sui giornali, chi non era d’accordo poteva esprimersi. Ma non mi ricordo che qualcuno si sia espresso». Insomma: «La responsabi­lità è ovviamente collegiale e tirarsene fuori dopo non è elegante».

Musica d’arpa per le orecchie di Salvini, è la sua tesi di sempre: il governo sapeva perfettame­nte cosa stesse accadendo. E ammesso (e da Salvini non concesso) che siano stati commessi reati, di questi deve rispondere l’intero governo. Il segretario leghista lo ammette: «Questa notte ho mandato un messaggino di ringraziam­ento al professor Tria». Il che non era scontato: con l’ex collega di governo non tutto è sempre stato rose e fiori, il richiamo dell’economista al rispetto dei parametri europei più di una volta aveva suscitato nella Lega reazioni animate.

Fatto sta che Salvini al processo che si aprirà il 3 ottobre a Catania, almeno in teoria, potrebbe prima o dopo ritrovarsi come coimputati alcuni ministri e magari lo stesso premier: «Conte, Di Maio e Toninelli con me a Catania? Meno li vedo e meglio è». Non è ancora chiaro e questa sarà un’esplicita richiesta della sua difesa: «Sarà la prima volta che vado a processo, non lo so. Deciderann­o gli avvocati». E sul tema, il leghista esulta: «Mi hanno già scritto 200 avvocati per mettersi a disposizio­ne per la mia difesa».

Salvini comunque è convinto, oggi come un anno fa, che un processo potrebbe solo essergli politicame­nte utile: «Sotto l’ombrellone un po’ ridono e un po’ s’incazzano. Ma come: noi ti abbiamo eletto per fermare gli sbarchi, e loro ti mandano a processo per averlo fatto?». Ma la giornata offre anche un siparietto. A innescarlo, Veronica Proserpio (Pd), vicesindac­a del Comune di Proserpio, in provincia di Como, che avvicina il leader leghista: «Rovini il nome di questa bellissima città». Lui risponde: «Fatti un bagno che ti rilassi, va…».

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