Corriere della Sera

Sulla parità di genere nelle liste regionali il centrodest­ra (unito) attacca il governo

- G. A. F.

L’ultima seduta del consiglio regionale pugliese si era conclusa tra le proteste, i voti segreti, le polemiche al veleno fra maggioranz­a e opposizion­e. L’Assemblea avrebbe dovuto introdurre la doppia preferenza di genere nella sua normativa del sistema elettorale. Il tutto a un mese e venti giorni dal voto. Non a caso, prima è arrivata la diffida del premier Giuseppe Conte. E lo stesso presidente del Consiglio, dopo avere atteso 24 ore, ha dovuto convocare il Consiglio dei ministri — presente anche Michele Emiliano –—approvando un decreto legge, presentato dai ministri Boccia e Bonetti, che «introduce disposizio­ni urgenti in materia di parità di genere nelle consultazi­oni elettorali delle Regioni a statuto ordinario». Il centrodest­ra protesta. Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, in una nota congiunta, definiscon­o «una forzatura» la presa di posizione dell’esecutivo e parlano di «precedente pericolosi­ssimo» e di un incidente istituzion­ale finalizzat­o a far saltare le elezioni». E si appellano a Sergio

Mattarella (che già firmato il decreto): «Chiediamo che su questa situazione vigili il presidente della Repubblica. Il centrodest­ra ha già comunicato più volte che è disponibil­e a votare in Consiglio regionale il testo di legge che prevede la preferenza di genere».

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