Corriere della Sera

Il 12enne caduto nel crepaccio. «Non l’abbiamo lasciato solo»

L’incidente sul Monte Rosa, ora è ricoverato in ospedale a Torino. La mamma: era con amici di famiglia

- Lorenza Castagneri

«Non lo abbiamo lasciato solo», ripete adesso agli agenti della squadra mobile di Aosta, la mamma di Luca, 12 anni, in un reparto del secondo piano dell’ospedale Regina Margherita di Torino, accanto a letto del suo bambino. Vuole pensare solamente a lui. È ancora sotto choc. E ci vorranno almeno quaranta giorni perché possa tornare in piedi. Ha un trauma multiplo, conseguenz­a della terribile caduta di cui è stato vittima lunedì: mentre stava scendendo dalla capanna Gnifetti, uno degli storici rifugi sulla sommità del Monte Rosa, un ponte di neve si è spaccato. È scivolato in un crepaccio per più di trenta metri. Eppure, in quel momento terribile, accanto a Luca non c’erano i suoi genitori.

Il ragazzino era sul Rosa con amici di famiglia appassiona­ti di montagna. Può capitare che le gite nascano così. Ma l’assenza di mamma e papà, durante quell’uscita su una cima a oltre 3.600 metri, ha scatenato polemiche. Anche perché Luca e gli altri componenti della comitiva non erano assicurati l’uno all’altro in cordata. Due hanno attraversa­to indenni il blocco di ghiaccio, che ha ceduto all’improvviso sotto i piedi del terzo della fila, Luca. Sfortuna. Unita, forse, a un po’ di avventatez­za,

Il ragazzino e gli altri escursioni­sti non erano assicurati l’uno all’altro in cordata

come non hanno potuto fare a meno di notare gli uomini del soccorso alpino della Valle d’Aosta, i primi a intervenir­e. Poi è arrivato l’elicottero: Luca, sempre cosciente, si è sistemato l’imbracatur­a da solo, per poi essere trasportat­o prima all’ospedale Parini di Aosta e quindi al Regina Margherita.

Ma adesso il dirigente della squadra mobile di Aosta, Francesco Filograno, che sta cercando di ricostruir­e quanto accaduto, parla di una mamma tranquilla per quanto ancora scossa dall’incidente. Luca ha una importante frattura al bacino, per ora il ritorno nella sua casa del Vercellese non è ancora ipotizzabi­le, ma non è in pericolo di vita. La grande paura è passata. E da parte della madre non c’è rabbia nemmeno nei confronti di quegli amici di sempre a cui aveva affidato il figlio per una giornata in montagna così speciale, dopo i mesi passati in casa per colpa del coronaviru­s. «Ora vogliamo stare tranquilli, pensiamo a passare questo brutto momento e a tornare a casa. È stato un incidente, davvero, nulla di più», ha detto ancora la madre a Filograno. Gli stessi agenti della Mobile non hanno rilevato delle anomalie nel racconto.

Concludera­nno la ricostruzi­one, dopodiché non dovrebbero seguire altri atti, anche la Procura non ha aperto alcun fascicolo al momento e gli investigat­ori dubitano che qualcosa possa cambiare. Ma nella testa della mamma di Luca le accuse di chi diceva che l’avessero lasciato solo restano: «Non è vero, era con i nostri amici di sempre».

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