Uomini e gioielli «Sempre più simili a quelli femminili»
Pianegonda, l’argento e la collezione per lui
«La donna non è più disposta a soffrire, neppure per indossare un gioiello. È importante progettare qualcosa di creativo ma portabile e questa è la parte più difficile nella creazione di un accessorio in argento». Lanfranco Beleggia, fondatore e presidente di Bros Manifatture, non ha nessuna intenzione di arrendersi alla crisi che ha investito il mondo. Sta lanciando la nuova collezione di gioielli Pianegonda, marchio glorioso negli anni Novanta, che ha salvato dal fallimento dopo l’acquisto nel 2015 con la sua holding, di cui già fanno parte le griffe Rosato e S’agapõ oltre al brand di punta, Brosway. «I gioielli non valgono per la cassaforte, devono essere soprattutto portati: una gioia del quotidiano», assicura, parlando della nuova collana in argento
«Tanti gioiellieri mi scrivono: “Non riapriremo”. Ma io sono ancor più determinato»
925 con galvanica canna di fucile, «di grande impatto, ma leggera». Ha le maglie grandi e smontabili e il simbolo dell’infinito come chiusura.
«Pianegonda è percepito come un gioiello voluminoso per eccellenza. Lo abbiamo riportato alle esigenze del mercato rendendolo versatile grazie alle maglie tutte smontabili. Si possono ricomporre mischiando argento e oro, perché la personalizzazione è l’altra tendenza del momento anche nell’oggetto prezioso. I clienti asiatici, ma anche gli americani, apprezzano il gioiello democratico, a patto che esprima la sua preziosità».
A proposito di trend, Beleggia ha una certezza: «Sempre di più uomo e donna indosseranno gli stessi gioielli. E proprio su questa suggestione abbiamo creato anche la collezione maschile, che sarà lanciata a settembre nel negozio di via del Gesù a Milano». I bracciali per l’uomo seguono il design contemporaneo della donna e presto ci saranno anche gli anelli, come era negli anni d’oro di Pianegonda. Nel gioco delle parti, i gioielli dal carattere forte per lui conquisteranno anche le ragazze, sempre più attratte dalle scelte un po’ ribelli, «così, come avremo sempre più uomini che indosseranno la catena femminile».
«Una creazione non è bella solo perché fantasiosa: proprio perché non è un dipinto, deve essere anche intelligente. E a questo scopo è stata concepita la gamma dei prezzi: da 180 fino a 1.200 euro. Il consumatore è profondamente cambiato. Oggi va a caccia di cose importanti, non si fa più condizionare troppo dalle tendenze, e forse anche noi abbiamo qualche responsabilità se non riusciamo a indirizzarne il gusto».
Beleggia, come ha vissuto il lockdown? «In bicicletta, nella mia tenuta wine-resort, l’Officina del sole, una collina di 42 ettari di vigneti e ulivi a Montegiorgio, in provincia di Fermo: era l’unico modo per smaltire la rabbia provocata da questa pandemia. E i nostri 300 dipendenti, almeno in parte, hanno lavorato in smart-working». Qual è adesso il suo stato d’animo? «Tanti gioiellieri mi scrivono “non riapriremo”: cerco di sostenerli… Per fortuna le sfide mi rendono ancora più determinato».