«I rari incontri con mia madre nella casa di riposo»
Mia madre è ospite non autosufficiente dell’Opera Immacolata Concezione a Padova da circa 25 anni. In totale per le rette ha speso circa 450 mila euro oltre a una quota consistente ricevuta dalla Regione Veneto. Sono andato sempre a far visita alla mamma 3-4 volte la settimana per 52 settimane all’anno, visite veloci ma sufficienti per farla stare serena. Ora la visita è concessa con distanziamento, una volta la settimana, attraverso un vetro. Nel periodo pre Covid i famigliari assistevano per ore i propri congiunti anche per imboccare il cibo. Il 15 giugno ho scritto una mail al presidente Zaia (senza ricevere risposta) chiedendo un suo intervento visto il ruolo di finanziatore della Regione, per allentare le misure di restrizione e con il direttore della struttura della Mandria ebbi un animato colloquio facendo presente che la sala del Commiato era sempre piena di defunti, morti non di Covid, ai quali (per molti) non è stato permesso un saluto dei familiari. Gli ospiti non possono partecipare neppure alle funzioni religiose, per mia madre l’unica attività svolta. Possibile che una struttura moderna come l’OIC non possa individuare un familiare per ospite e tamponarlo anche 2 volte la settimana lasciandolo libero di andare a trovare la mamma o il papà che sono lì non in vacanza ma per trascorrere l’ultimo tratto della loro esistenza? Non lasciamoli morire in solitudine.