Parker, musica al cinema
Addio al regista di «The Wall», «Evita» e «Fame» Nei suoi lavori anche una vena civile contro il razzismo
1944-2020 L’autore inglese in carriera aveva vinto 10 Oscar
Il regista Alan Parker, celebre per film molto diversi tra loro come Saranno famosi, Fuga di mezzanotte, Angel heart ed Evita, è morto ieri a Londra a 76 anni dopo una lunga malattia, come annunciato dal British Film Institute. Nacque a Lodra-Islington il 14 febbraio del ‘44 e divenne una celebrità nella pubblicità (per esempio con gli spot per la Cinzano con Joan Collins), come del resto altri registi inglesi d’epoca come Ridley Scott e Adrian Lyne, che poi diventeranno star del grande schermo. Parker si spostò nel cinema come regista e poi anche produttore negli anni 70, vincendo, in una carriera varia in cui non ha evitato alcun rischio, 19 premi, fra cui 10 Golden Globe, molte onorificenze inglesi, un gran premio della giuria a Cannes (Birdy)e 10 Oscar, oltre ad essere nominato sir dalla regina Elisabetta nel 2002.
Coltivò una vera passione per il genere musicale che seppe coniugare e riprendere anche con molta abilità tecnica in molti modi diversi ed epoche differenti: da uno strano musical ironico e vintage come Piccoli gangster, del ’76, tutto interpretato da ragazzini deb come Jodie Foster, una satira dove compaiono ironicamente i gangster americani del proibizionismo, a The wall con Bob Geldof ispirato all’omonimo disco dei Pink Floyd nel 1982 e di The commitments (1991), celebre commedia su una band soul irlandese (diceva che i dublinesi sono «i negri d’Europa»). Ma i suoi titoli più di culto nel «singing’ and dancin’» sono Fame saranno famosi (1980), che si trasformò poi in una popolarissima serie tv dall’82 all’87, inseguendo le storie degli studenti della Performing Arts di New York raccontando le vite parallele e gli entusiasmi dei ragazzi che vogliono far spettacolo (due Oscar alla colonna sonora), quasi come una Chorus Line on the road ed ebbe anche un remake. L’altro musical che ebbe internazionale risonanza è quello ispirato a Evita che dopo i trionfi teatrali arrivò al cinema con Madonna nel ruolo di Evita Peron, Antonio Banderas come il Che e Jonathan Prize come Peron, nel 1996: vinse un premio Oscar quasi prenotato per le canzoni di Webber e Rice, i due famosi autori di musical inglesi.
Tornando indietro, per raccontare la molteplicità delle ispirazioni di Parker, tra cui spesso una vena civile contro ogni forma di razzismo di ieri e oggi, dobbiamo citare un suo drammatico e grande successo, Fuga di mezzanotte (‘78) con Brad Davis, ispirato alla vera storia di un cittadino americano accusato di detenzione di droga e chiuso in un terribile carcere turco dove subisce ogni genere di umiliazione e sopruso. Il film conquistò due Oscar uno alla sceneggiatura polemica di un giovane Oliver Stone, alle prese con un classico film carcerario, e l’altro alla colonna sonora di Giorgio Moroder.
La vena sociale di Parker si espresse con la necessaria rabbia anche nel film antirazzista Mississipi burning (1988) con un cast magnifico in cui spiccano Gene Hackman, Willem Dafoe e Frances Mc Dormand. La storia è quella della scomparsa di tre attivisti per i diritti civili degli afroamericani scomparsi nel 1964 e del cui caso di occupa l’FBI diretto all’epoca da Edgard Hoover, in un Mississipi dominato dal razzismo del Ku Klux Klan e forse proprio per la sua violenza polemica il film vinse solo l’Oscar per la fotografia.
Tra gli altri titoli famosi Birdy dell’84 con Matthew Modine e Nicholas Cage, storia di una amicizia tra due ragazzi mandati nell’inferno del Vietnam, titolo di rilievo nella produzione di film sulla guerra. Ed inoltre Le ceneri di Angela, drammatica storia di una donna nella Brooklyn del ’35, mentre nell’87 si sposta con accento paranormale su Angel heart con Bob De Niro protagonista come Louis Cyphre (evidentemente Lucifero…) e Mickey Rourke, in una New Orleans anni 50 dove ogni cosa può succedere prima di arrivare a una infernale scoperta. Ed è una scorciatoia che Parker si permette raramente, in quanto le sue storie, spesso biografie di persone reali, esprimono e sfaccettature di una società spesso ingiusta in cui bisogna evadere credendo nel canto e nel ballo.