Scandalo su Ellen DeGeneres «Show di ingiustizie e abusi»
Indagine sul programma della conduttrice liberal costretta a scusarsi
Licenziamenti
Dietro le quinte si parla di «clima tossico» Sono stati annunciati dei licenziamenti
Con lo slogan be kind, «sii gentile», Ellen DeGeneres ha raccolto grandi somme per svariate buone cause; inventato uno stile tv, quello del suo Ellen DeGeneres Show, fatto di larghi sorrisi, toni pacati e messaggi positivi; creato un marchio. «Be kind» è anche un servizio su abbonamento: chi lo attiva riceve forniture periodiche di gadget in colori pastello, i cui ricavi vanno in beneficenza. È a colpi di gentilezza che DeGeneres, 62 anni, in onda da 17 con il suo Show, è diventata la conduttrice più famosa degli Stati Uniti dopo Oprah, e così potente da chiamare in diretta l’amico Barack Obama al fisso della Casa Bianca (lo ha fatto nel 2010).
E invece, rivelano due inchieste comparse sul sito di tecnologia e media Buzzfeed e ora riprese in tutto il mondo, il suo talk show sarebbe «un ambiente dominato dalla paura», dove lavorare è «tossico». Dove chi va in bagno riceve sms: «Dove sei? Perché non sei alla scrivania?». Dove alcuni ex dipendenti sono stati licenziati dopo aver preso permessi
di malattia o di lutto per la morte di un famigliare. Dove uno degli autori, Kevin Leman, avrebbe molestato sessualmente due sottoposti; e dove in generale si respirerebbero «razzismo», «bullismo», «microaggressioni».
Le fonti dell’inchiesta — uscita il 16 luglio, e poi seguita da nuove rivelazioni — sono dieci redattori del programma, intervistati in forma anonima. «Quelle sull’essere gentile sono chiacchiere in favor di camera», ha detto una delle
fonti. DeGeneres si è già scusata in una mail interna, promettendo di «impegnarsi a che non ricapiti»; la casa di produzione, la Warner Media, ha avviato un’indagine tra i dipendenti, e annunciato «cambi nel personale».
Ma quanto c’entra personalmente DeGeneres, che oltre che della gentilezza è da sempre — attivista per gli animali e per la lotta all’Aids, tra le prime celebrity a dichiararsi apertamente omosessuale — un’icona dell’inclusività?
Nella lettera allo staff sembra sorpresa: «Il primo giorno ho detto che questo show doveva essere un luogo felice: nessuno doveva alzare la voce, tutti sarebbero stati trattati con rispetto. Sono delusa di apprendere che non è più così». Dopo il coming out, nel 1997, «sono stata giudicata e ho perso quasi tutto. Capisco la vostra sofferenza». La maggioranza delle testimonianze raccolte da Buzzfeed sembra indicare che i più «tossici» fossero tre autori. Ma «se ti intesti uno show e lo fai a tuo nome», dice una dei vessati, «ne sei responsabile».
E poi altri conti non tornano: già nei giorni del lockdown, quando aveva trasmesso da casa, DeGeneres era stata criticata per avere ingaggiato una troupe esterna, mentre autori e tecnici del suo Show stavano a casa senza stipendio. A un suo carattere «impossibile» allude il conduttore australiano Neil Breen: «Quando l’avevamo invitata al mio programma tutti attorno a lei camminavano sulle uova». E tra i suoi amici vip — chi ricorda il selfie agli Oscar 2014 con Jennifer Aniston, Bradley Cooper, Meryl Streep? — nessuno, finora, ha spezzato lance. Come non fossero sorpresi.