Milan, la ricostruzione parte da Ibra Rinnovo da 6 milioni, poi altri tre colpi
In discesa l’accordo con lo svedese: contratto di un anno e opzione legata alla Champions
Sarebbe potuta essere la serata degli addii: l’ultima a San Siro di Pioli in panchina, di Maldini in tribuna, di Ibrahimovic in campo. Fino alla rocambolesca notte del 21 luglio quando nel corso della sfida con il Sassuolo rimbombarono dalla Germania le dichiarazioni di Rangnick, il Milan sembrava avviato all’ennesimo ribaltone tecnico-dirigenziale. La chiusura di un percorso per aprire la strada a un innovativo quanto costoso progetto. Un nuovo allenatore, una ventina di persone nello staff, la richiesta di un ricco budget per il mercato, carta bianca su squadra e trattative. Fatti due conti, il piano di Gazidis — allestito nel pre-Covid quando la contrazione dei ricavi (almeno 30 milioni) non era realtà — è risultato troppo oneroso anche alla luce degli straordinari risultati ottenuti dal Milan dopo la ripartenza.
Così stasera contro il Cagliari di Zenga, la cui panchina è insidiata da Liverani, il Milan che non ha più obiettivi di classifica termina la sua stagione. «Spero che la gara di stasera non sia l’ultima di Ibra con la maglia rossonera» commenta Stefano Pioli capace di coagulare attorno a sé il gruppo anche nei giorni della tempesta. Non è un caso che a Reggio Emilia, a fine partita, all’annuncio di Maldini negli spogliatoi («il mister resta») i giocatori abbiano replicato con un boato. E nemmeno che lo staff, compresi medici, fisioterapisti e massaggiatori, abbia brindato giovedì con l’allenatore in un ristorante a due passi dall’ippodromo.
Preferendo la restaurazione alla rivoluzione il Milan, che si radunerà il 24 agosto, ha un ultimo nodo da sciogliere. Il contratto di Ibra che domani partirà per le vacanze affidando al suo procuratore, Mino Raiola, la gestione della trattativa per il rinnovo. Il pessimismo cosmico che aleggiava fino a due settimane fa ha lasciato il posto a una serenità inaspettata. Zlatan vuole il Milan, ma pure la società ora intende riconoscere anche economicamente i meriti allo svedese per il cammino del Diavolo nel post lockdown.
La proposta che Elliott metterà sul tavolo consterà di un ingaggio di 5 milioni a cui aggiungere bonus personali e di squadra che porteranno lo stipendio a superare i 6 milioni chiesti dallo svedese. L’offerta è per un solo anno, con opzione per una seconda stagione subordinata alla qualificazione alla Champions League. Con questi numeri è impossibile che Ibra, che ieri sui social ha scritto: «Potrei giocare sugli stessi livelli fino a 50 anni», opponga un rifiuto.
Poi si potrà pensare a migliorare la squadra cercando sul mercato un terzino destro (potenzialmente sono cedibili sia Calabria sia Conti, ieri sottoposto a revisione artroscopica con regolarizzazione del menisco mediale), un difensore centrale (piace Milenkovic della Fiorentina) e un centrocampista che dia il cambio a Kessie e Bennacer (Bakayoko e Florentino del Benfica i nomi sul taccuino). Vlahovic e Deulofeu le ipotesi per l’attacco. Nel ruolo di centravanti basta Ibra: la sua conferma sarebbe il più festeggiato degli acquisti.
Oggi il Cagliari
Ultimo impegno contro i sardi. Poi via al mercato: nel mirino Milenkovic e Vlahovic