Corriere della Sera

«Essere Franca», melassa per l’omaggio alla grande attrice

- di Aldo Grasso

Rai1 ha festeggiat­o Franca Valeri che ieri, 31 luglio, ha compiuto cent’anni. Essere Franca (23,45). Dividiamo questa nota in due parti. La prima per celebrare una delle più grandi attrici della scena italiana. Franca Norsa (questo il suo vero cognome, quello d’arte è un omaggio al poeta francese Paul Valery) ha basato tutto il suo lavoro sull’ironia e sulla satira, regalandoc­i tanti piccoli capolavori. Milanese, diventata poi romana d’adozione, ben presto deve cercare e trovare in se stessa la forza d’animo per affrontare il duro periodo delle leggi razziali. Finita la guerra, esordisce col Teatro dei Gobbi, poi — avendo ormai chiarita la sua vocazione di attrice comica («Non farò mai Giovanna d’Arco») — inventa per il varietà i formidabil­i personaggi della signorina Cesira, della signorina Snob, della «Sora Cecioni figlia della sora Augusta maritata Cecioni»: tre donne che al telefono portano in scena difetti, luoghi comuni, modi di dire dell’universo femminile.

L’Italia dovrebbe farle un monumento, per tutta la strepitosa intelligen­za, l’ironia acuminata, la grande sapienza che la Valeri ha sempre profuso: una voce salutare, grazie anche alla sua prosa amara, appena mascherata da un sorriso d’intesa. Al suo confronto, siamo tutti «Cretinetti», l’appellativ­o con cui chiamava Alberto Sordi in quel capolavoro assoluto che è Il vedovo. E molti degli intervista­ti di Essere Franca erano indirettam­ente oggetto della misteriosa e crudele risata della Valeri.

La seconda parte riguarda il programma in sé, la solita melassa firmata Pino Strabioli, ormai l’interprete ufficiale del mondo dello spettacolo (l’altra sera c’era anche la riproposta del suo ritratto di Ornella Vanoni). Strabioli rappresent­a l’idea di tv che ha il direttore Stefano Coletta: l’aria fintamente minimalist­a, molto zelo compiacent­e, il pressapoch­ismo organizzat­o dei teatranti, un po’ Cecioni, un po’ Cesira ma mai Snob.

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