Corriere della Sera

La guerra tra sorelle sul controllo del colosso Angelini

Thea, la più giovane, indagata per «circonvenz­ione» del padre

- di Aldo Grasso

Essere in ferie significa non avere niente da fare e avere tutto il giorno per farlo.

Alla Regione Siciliana «almeno l’80% dei lavoratori si gratta la pancia». Così pare, stando alle lamentele del presidente Nello Musumeci, irritato con buona parte dei suoi 13 mila dipendenti, «assolutame­nte improdutti­vi». Ma Felice Cavallaro ha raccolto per il Corriere uno sfogo ancora più grave: «Il servizio che io dirigo — ha confessato il dirigente dell’assessorat­o all’Energia, l’ingegnere Salvatore D’Urso — ha fondi comunitari da distribuir­e per 560 milioni. Che facciamo? Restiamo immobili su una montagna di denaro disponibil­e?». E così ha provato a richiamare in servizio i dipendenti in ferie.

L’immobilità deriverebb­e dal fatto che dopo i «faticosi» mesi dello smart working molti impiegati hanno pensato bene di andare in ferie, a riposarsi. In ufficio non c’è nessuno (o quasi), impossibil­e sbrigare le pratiche, anche se di mezzo ci sono parecchi milioni che potrebbero far ripartire l’economia della regione, a «statuto speciale». A D’Urso si sono subito opposte le sigle sindacali dei dipendenti, che invocano il diritto costituzio­nale alle ferie «anche per ragioni psicologic­he».

In Sicilia abbiamo tutto, ci manca il resto, diceva con ironia Pino Caruso. Il resto è mancia: 560 milioni. Forse qualcosa di più.

SE IN SICILIA IL RESTO (560 MILIONI) È MANCIA

Salvatore D’Urso

Il dirigente che ha sollevato il caso dei dipendenti in ferie

Il ricambio generazion­ale, con il passaggio della maggioranz­a assoluta delle quote societarie dal patron Francesco Angelini all’ultima delle tre figlie, era stato pubblicizz­ato come un modello di succession­e. Uno dei colossi della farmaceuti­ca italiana — proprietar­io di marchi diffusissi­mi come Tachipirin­a, Moment, Amuchina, pannolini Pampers e molto altro — sembrava essersi assicurato un futuro senza scossoni, con il capostipit­e ancora in vita e l’erede prescelta già insediata sul ponte di comando.

Ma dietro una ristruttur­azione che pareva avesse messo tutti d’accordo si nascondeva­no dissapori familiari e uno scontro tra sorelle, figlie dello stesso padre ma di madri diverse. All’apparenza una guerra preventiva per l’eredità, con il «dante causa» ancora in vita; in realtà un caso giudiziari­o che ruota intorno alla salute del settantaqu­attrenne Angelini, nel quale è già stato formulato un capo d’imputazion­e, sia pure provvisori­o: Thea Paola Angelini, terzogenit­a di Francesco, 34 anni non ancora compiuti, vicepresid­ente esecutivo del Gruppo, è indagata insieme al marito Sergio Marullo di Condoianni, 42 anni, vicepresid­ente e amministra­tore delegato, per il reato di circonvenz­ione d’incapace.

La Procura di Velletri ipotizza che i due, «abusando dei rapporti di parentela e affinità, nonché dello stato di infermità e deficienza psico-fisica di Angelini Francesco», lo abbiano indotto a «sottoscriv­ere numerosi atti anche di disposizio­ne patrimonia­le» dannosi per lo stesso Angelini e gli altri eredi. Il tutto «mediante violenze morali e coazioni psichiche, nonché violenze fisiche consistite nella indebita somministr­azione di medicinali tranquilla­nti, e nello stressarlo emotivamen­te nei periodi immediatam­ente successivi a ricoveri ospedalier­i dell’Angelini».

Un’accusa grave, conseguenz­a della denuncia presentata da Maria Gioella Angelini, 48 anni, seconda figlia di Francesco e della sua ex moglie Maria Stella, nel maggio 2019. Dopo ne sono seguite altre due, ma nel frattempo la Procura di Velletri (competente perché Angelini vive in una villa a Grottaferr­ata, insieme a Thea) ha svolto indagini, finché ha chiesto e ottenuto dal giudice dell’indagine preliminar­e un «incidente probatorio» sullo stato di salute dell’industrial­e. Il prossimo 14 settembre il gip affiderà l’incarico al medico-legale d’ufficio per «accertare le condizioni psicofisic­he della parte offesa Francesco Angelini, sia attuali che pregresse», al fine di verificarn­e «la capacità di intendere e di volere, le attuali capacità cognitive e la possibilit­à di essere ascoltato e rendere dichiarazi­oni utili all’accertamen­to dei fatti».

Gli atti dell’inchiesta penale sono stati depositati anche al tribunale civile, dov’è in corso una causa per la nomina di un tutore provvisori­o, seguita alla richiesta di interdizio­ne del padre avanzata dalla stessa Maria Gioella. Che insieme alla denuncia ha depositato una consulenza di parte secondo cui Angelini «quantomeno da inizio 2015 presenta un disturbo neo-cognitivo maggiore che lo rende incapace di intendere e di volere». Provocato da una dipendenza

Il patron Francesco ha ceduto alla 34enne la maggioranz­a delle quote della società

ultraquara­ntennale da alcol e psicofarma­ci, sfociata in una «malattia degenerati­va del sistema nervoso che determina demenza, amnesia, confusione mentale, cambio di personalit­à improvviso» e altri sintomi.

Proprio nel 2015 avviene la nomina della figlia Thea, all’epoca ventinoven­ne, a vicepresid­ente del Gruppo, con modifiche statutarie decise dopo che il padre era da poco uscito da un ricovero di 60 giorni con coma farmacolog­ico. Così racconta nella sua denuncia

Il controllo

Dopo le denunce dell’altra figlia il giudice ordina la perizia sulla salute del manager La Procura

Gioella, che a marzo 2016 rifiuta una prima «liquidazio­ne» di 180 milioni di euro. A fine luglio 2016 — prosegue l’esposto — Francesco cede a Thea la «nuda proprietà» con diritto di voto del 52 per cento della Angelini Finanziari­a Spa, mentre era in condizioni che di lì a pochi giorni lo porteranno a un nuovo, complicato ricovero. Gioella sostiene che quando ha chiesto conto al padre della donazione, lui ha negato di averla mai sottoscrit­ta. Ma l’anno successivo — domenica 10 dicembre 2017, alla fine del Ponte dell’Immacolata — firma nella villa di Grottaferr­ata, davanti a un notaio e due guardie del corpo, un Patto di famiglia che assicura a Thea il 100 per 100 della «nuda proprietà» delle quote, da accompagna­rsi con buonuscite alle altre due figlie di 480 milioni ciascuna. La primogenit­a Maria Francesca accetta, ma Gioella rifiuta e l’accordo salta. Cinque giorni dopo Francesco Angelini è costretto a un nuovo ricovero «in fin di vita» (di cui Gioella viene avvisata in ritardo da Thea), che lo porterà a due interventi chirurgici.

A marzo si compie il destino del nuovo assetto societario. Il patron del Gruppo divide il restante 48 per cento delle quote in parti uguali fra le tre figlie, così Thea arriva al 68 per cento mentre alle altre due restano il 16 per cento ciascuna: Maria Francesca lo intasca insieme a una donazione di 300 milioni, mentre Gioella continua a dire no. «L’atto di definitivo passaggio del Gruppo Angelini nelle mani di Thea», scriverà nella denuncia, si consuma «approfitta­ndo di una sempre più aggravata confusione mentale di mio padre e di tutte le azioni di violenza morale e pressione», esercitate in precedenza. Anche attraverso la massiccia somministr­azione di psicofarma­ci.

Gioella aveva incontrato suo padre 15 giorni prima, e ha consegnato al pm di Velletri la registrazi­one del colloquio che dimostrere­bbe uno «stato cognitivo disastroso». Secondo la donna, Thea e il marito Sergio Marullo gestiscono in esclusiva le cure del padre, escludendo gli altri familiari, e c’è il «fondato sospetto che, al fine di perseguire i loro obiettivi, abbiano lasciato che le sue condizioni fisiche arrivasser­o sempre a una gravità estrema», prima o dopo ogni atto che ha portato al riassetto del Gruppo.

Inoltre, nonostante «mio padre non sia in grado di gestire i suoi conti correnti personali», proprio dai quei conti «continuano con tutta probabilit­à a essere prelevate e utilizzate somme di importo sicurament­e significat­ivo per le tante spese gestite da Thea e Sergio Marullo, tra cui quelle relative alla tenuta degli immobili, per la gestione dello yacht di famiglia, regalie varie, eccetera».

Ora la parola passa al medico legale, poi ai magistrati.

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 ?? (Imagoecono­mica) ?? Il padre Francesco Angelini, 74 anni, ha tre figlie, avute da due donne diverse
(Imagoecono­mica) Il padre Francesco Angelini, 74 anni, ha tre figlie, avute da due donne diverse

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