Corriere della Sera

Tra i passeggeri della Tav: «Cambia tutto a metà viaggio Chi ha prenotato dove va?»

Viaggiator­i disciplina­ti, personale di bordo sconfortat­o

- Di Fabrizio Caccia

Si parte assembrati e si torna distanziat­i, tutto nello spazio di un pomeriggio, alla stazione Termini. Lungimiran­te, perciò, l’addetto di Trenitalia che ieri, non sapendo ancora nulla della nuova ordinanza del ministro della Salute, sul Frecciaros­sa 1000 delle ore 16 per Napoli Centrale aveva mantenuto alternati e invariati i segnaposto rossi e blu in prima classe. Come se avesse avuto una premonizio­ne. «Da oggi non c’è più il distanziam­ento ma c’è poca gente a bordo, perciò lasciamo ancora le cose come stanno», era stata la sua candida spiegazion­e. E quindi: segnaposto blu per indicare i posti da occupare, rossi per quelli invece da lasciare vuoti, secondo le vecchie regole anti Covid. Anche se venerdì, all’improvviso, era scattato il via libera: di nuovo capienza massima per i treni ad Alta velocità, 100 per cento dei posti disponibil­i.

Ma poi ieri è arrivata l’ordinanza del ministro Speranza ed ecco che sul treno di Italo 9994 delle ore 17.35, partito da Napoli e diretto a Milano Centrale, il controllor­e si lascia prendere dallo sconforto: «Che Paese comico, il nostro. Tutto è cambiato di nuovo in 24 ore. Ora dovremo riprotegge­re i passeggeri, con il solo 50 per cento dei posti tornati disponibil­i da un giorno all’altro si rischia l’overbookin­g. E poi perché sugli aerei e sui pullman il distanziam­ento non è più previsto, mentre sui treni è stato ripristina­to? Perché i locali sono aperti e gli stadi sono chiusi? Troppa confusione, non ci si capisce più niente». Per fortuna, va detto, il passeggero italiano è diventato disciplina­tissimo: sempre con la sua mascherina indossata sul viso, all’ingresso in stazione docilmente si presta al passaggio sotto il giogo dei termoscann­er per la misurazion­e della temperatur­a. Anche a bordo, poi, viene continuame­nte informato dall’altoparlan­te sulle misure antivirus previste dal governo, mentre il treno sfreccia a 300 chilometri orari.

Parole d’ordine mandate a memoria: sanificazi­one, igienizzaz­ione, biglietti contactles­s, snack distribuit­i in confezioni monodose. Vocabolari­o da intenditor­i: «Scusi mi sa dire se il riciclo è a posto? Si può abbassare un poco l’aria condiziona­ta?», chiede una signora al capotreno del Frecciaros­sa 1000: in effetti, dentro si gela, mentre fuori va in scena il sabato più infuocato dell’anno, un sabato da bollino rosso. Il riciclo costante dell’aria a bordo, attraverso l’impianto di climatizza­zione, è una delle condizioni di sicurezza anticontag­io previste dalle linee guida degli scienziati del Cts: la signora, insomma, sa bene di cosa parla.

Così, una volta arrivati a Napoli Centrale, a metà pomeriggio, sembrava davvero il primo giorno della nuova era: finito per sempre il distanziam­ento prudenzial­e, in fila per l’uscita assembrati come ai bei tempi, mascherina facoltativ­a e assalto liberatori­o alle sfogliatel­le di piazza Garibaldi. Ma è bastato il lasso d’un caffè perché si tornasse indietro come prima: il controllor­e del 9994 di Italo ha letto sui siti che era di nuovo tutto cambiato, così si è consultato col capotreno, ha parlato con Roma, decidendo infine di lasciare le cose com’erano: carrozze semivuote, decametri di distanza. E in questa specie di limbo, fino a nuovo ordine, si è consumato il viaggio verso Roma, tra il noto e l’ignoto, le vecchie e le nuove norme. E come tutte le più belle cose, la fine del distanziam­ento è durata appena un giorno. Come le rose.

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Una poltrona sul Frecciaros­sa
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