Corriere della Sera

California, finita la favola: mezzo milione di casi Superata anche New York

Il virus colpisce le comunità più povere e gli anziani

- Massimo Gaggi

Amaggio, vista da una New York ancora blindata, la California sembrava una terra (relativame­nte) felice: pochi casi di Covid-19, pochissimi morti, le spiagge riaperte. Il governator­e di New York, Mario Cuomo, criticato da Trump per la sua severità, mantenne il lockdown anche per il Memorial Day, il lungo ponte di fine maggio che da sempre, in America, inaugura la stagione estiva. Il california­no Gavin Newsom, anche lui democratic­o come Cuomo, si guadagnò, invece, gli elogi del presidente per la decisione di riaprire la California, ma anche per la gestione complessiv­a della crisi.

Quella del grande Stato della West Coast, il più popoloso d’America, sembrava effettivam­ente una success story: la pandemia tenuta lontana, secondo alcuni, grazie all’efficacia delle misure di monitoragg­io e prevenzion­e, secondo altri soprattutt­o per la diversa natura dei luoghi: il tepore e il distanziam­ento sociale «naturale» di Los Angeles, metropoli vasta come un’intera regione, con efficaci protezioni ambientali rispetto al gelo invernale e alla forte densità abitativa di New York dove il coronaviru­s aveva fatto strage.

Non più: proprio da quella riapertura di fine maggio le cose sono cambiate in molte parti d’America. Mentre New York ha messo sotto controllo il Covid-19, almeno trenta Stati Usa sono precipitat­i nelanche l’emergenza. Abbiamo parlato spesso dei record di mortalità della Florida e dell’Arizona e delle emergenze ospedalier­e in Texas.

Ma intanto la California ha raggiunto il triste primato dei contagi — oltre mezzo milione — superando anche quelli dello Stato di New York, concentrat­i nell’inverno scorso. I morti sono molti di meno (9.500 contro i 32 mila di New York), ma a luglio i decessi sono cresciuti rapidament­e con tre record nella settimana appena conclusa (214 morti solo venerdì).

Newsom, sempre attivissim­o, sta varando nuovi piani d’emergenza per monitorare e sanificare le zone più colpite: le contee di Los Angeles, la Orange nel Sud dello Stato e quelle agricole della Central Valley. Come avvenuto in altre parti d’America, il virus colpisce soprattutt­o le regioni e le comunità più povere: le zone agricole, gli afroameric­ani e, soprattutt­o, i latinos, infettati dal virus a un ritmo tre volte superiore al resto della popolazion­e. A differenza di altre regioni nelle quali si cominciano a registrare vittime anche tra i giovani, in California la pandemia continua a uccidere quasi solo gli anziani.

I deceduti avevano in gran parte più di 65 anni (4.000 morti nelle case di riposo), mentre al di sotto dei 18 anni si registra una sola vittima: un ragazzo che aveva altre patologie gravi.

A maggio sembrava una storia di successo. Crescono i decessi: 214 in un giorno

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