Corriere della Sera

Il 17enne che ha hackerato Obama (e messo in imbarazzo Twitter)

Graham Clark aveva due complici: ora tutti e tre rischiano molti anni di galera

- Massimo Gaggi

I sospetti della prima ora si sono rivelati fondati: la più grave violazione della piattaform­a di Twitter, il 15 luglio scorso, non è stata opera di servizi segreti stranieri, ma di giovanissi­mi hacker anglosasso­ni. La «mente» è addirittur­a un minorenne: Graham Clark, un ragazzo di 17 anni di Tampa, in Florida. Già arrestato, gli sono stati contestati decine di capi d’imputazion­e. Verrà processato come un adulto (la legge della Florida lo consente) perché, ha detto il procurator­e dello Stato, i suoi non sono stati comportame­nti da adolescent­e.

Incriminat­i anche due complici: Nima Fazeli, 22enne di Orlando (sempre Florida), già arrestato, rischia 5 anni di reclusione per il reato di intrusione informatic­a. L’altro, il 19enne Mason Sheppard, è un inglese che vive in Gran Bretagna con sua madre: non ancora arrestato, rischia addirittur­a 20 anni perché, oltre all’intrusione, gli sono stati contestati i reati di «cospirazio­ne per commettere una frode» e riciclaggi­o di denaro sporco. E l’indagine non è finita: la macchina investigat­iva formata da Fbi, servizi, Irs (il Fisco Usa) e ministero della Giustizia, continua a cercare complici tra i giovani che usano il web in modo spregiudic­ato. Si punta a punizioni esemplari per evitare il ripetersi di un reato del quale i responsabi­li non avevano capito la gravità.

Due settimane fa, quando Twitter subì il più devastante attacco di hacker della sua storia, il mondo della tecnologia rimase senza fiato: una truffa digitale a base di Bitcoin che, anche se aveva fruttato ai criminali informatic­i una cifra modesta (si parlò di 100-200 mila dollari) era avvenuta violando 35 degli account più sensibili al mondo. Tra essi, quelli di leader politici cone Barack Obama, grandi imprendito­ri come Elon Musk e Bill Gates, e anche di aziende come la Apple.

L’impression­e fu enorme, ma si capì subito che stavolta non si trattava di hacker russi o manovre di potenze straniere. Probabilme­nte spaventati da quello che avevano fatto, alcuni dei ragazzi coinvolti raccontaro­no subito (in forma anonima) come erano andate le cose al sito Motherboar­d e al New York Times: gli «informator­i» dissero che

due hacker giovanissi­mi avevano aiutato Kirk, un sedicente dipendente di Twitter con le chiavi per entrare nei conti personali degli utenti, a organizzar­e la truffa. In pratica nelle pagine di Obama e degli altri personaggi celebri era stato inserito un messaggio: «Voglio ridare un po’ della mia ricchezza alla società: chi entro mezz’ora manderà mille dollari in Bitcoin su questo conto, riceverà da me una cifra doppia». Non erano stati in molti a raccoglier­e l’invito, anche perché la maggior parte delle celebrity colpite aveva bloccato tempestiva­mente l’account. Ma era parsa grave la vulnerabil­ità di Twitter: per la facilità con la quale le sue chiavi di sicurezza erano state violate e il ritardo nell’intervenir­e. Quando lo aveva fatto, aveva dovuto bloccare per ore la comunicazi­one di tutti i personaggi «eccellenti» sulla sua piattaform­a, nel timore che gli hacker stessero cercando di colpire altri bersagli.

Al di là delle implicazio­ni economiche (Clark ha trasferito dai conti dei personaggi usati per costruire la truffa al suo 117 mila dollari), a spaventare furono subito la vulnerabil­ità di Twitter, il blocco per diverse ore di una canale di comunicazi­one e informazio­ne divenuto essenziale e anche il rischio che negli account violati potessero essere pubblicate notizie false per provocare crisi politiche o finanziari­e. O che venissero trafugate informazio­ni riservate (come conversazi­oni private).

Per adesso non pare che Graham Clark (sarebbe lui Kirk, la mente della frode) abbia fatto niente di simile. Il diabolico minorenne non lavora per Twitter, come aveva detto agli altri hacker, ma ha convinto un dipendente della società di essere un ingegnere dei sistemi IT dell’azienda e si è fatto dare le credenzial­i di accesso che gli hanno consentito di raggiunger­e tutti i conti. Ci sono ladri di auto da 100 mila dollari che hanno visto il carcere di sfuggita. Graham rischia, invece, di passarci parte della sua vita.

Forse spaventati alcuni di loro raccontaro­no in forma anonima come erano andate le cose

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Graham Clark, 17enne di Tampa (Florida), è stato arrestato. Rischia molti anni di reclusione: sarà giudicato «come un adulto»
In carcere Graham Clark, 17enne di Tampa (Florida), è stato arrestato. Rischia molti anni di reclusione: sarà giudicato «come un adulto»

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