Corriere della Sera

Autostrade, slitta l’accordo con Cassa depositi

Settimana di consigli. La scadenza dell’inaugurazi­one del ponte e gli interrogat­ivi ancora in piedi

- Fabio Savelli

C’era una scadenza politica. Che stava più a cuore al governo per la verità, che alla contropart­e, cioè Atlantia, la holding controllat­a dalla famiglia Benetton. Non verrà rispettata. Domani 3 agosto, data di inaugurazi­one del nuovo ponte di Genova, Autostrade formalment­e e sostanzial­mente sarà ancora detenuta all’88% da Atlantia. E le verrà riconsegna­to il ponte San Giorgio dalla gestione commissari­ale.

Un piccolo pasticcio anche se la direzione è chiara. Atlantia si appresta a diluirsi nel gestore, ma la firma del memorandum con Cassa depositi in procinto di convertirs­i in socio di controllo, non arriverà entro domani. Troppi gli interrogat­ivi in piedi. Sul piano tariffario. Mercoledì al ministero dei Trasporti dovrebbe esserci il via libera ad uno schema di atto aggiuntivo da allegare alla Convenzion­e previo passaggio all’Avvocatura dello Stato. Nel weekend gli elementi portanti verranno valutati dai tecnici dell’Authority dei Trasporti visto che è il modello su cui si baserà la nuova concession­e. Pende ancora lo spettro emotivo della revoca, ma è più che altro una copertura politica che serve al governo per svitare il rischio del nuovo ponte ai Benetton. In settimana dovrebbe esserci anche la firma del memorandum, dopo i rispettivi consigli (lunedì Aspi e Cdp, martedì Atlantia). Con aumento di capitale preliminar­e e riservato alla Cassa, vendita diretta del 22% di

Aspi ad investitor­i graditi a Cdp, poi scissione e quotazione in Borsa. In trasparenz­a i Benetton deterrebbe­ro al termine del percorso l’11% del gestore, che potrebbero poi vendere sul mercato. Ma i condiziona­li sono ancora troppi.

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