Autostrade, slitta l’accordo con Cassa depositi
Settimana di consigli. La scadenza dell’inaugurazione del ponte e gli interrogativi ancora in piedi
C’era una scadenza politica. Che stava più a cuore al governo per la verità, che alla controparte, cioè Atlantia, la holding controllata dalla famiglia Benetton. Non verrà rispettata. Domani 3 agosto, data di inaugurazione del nuovo ponte di Genova, Autostrade formalmente e sostanzialmente sarà ancora detenuta all’88% da Atlantia. E le verrà riconsegnato il ponte San Giorgio dalla gestione commissariale.
Un piccolo pasticcio anche se la direzione è chiara. Atlantia si appresta a diluirsi nel gestore, ma la firma del memorandum con Cassa depositi in procinto di convertirsi in socio di controllo, non arriverà entro domani. Troppi gli interrogativi in piedi. Sul piano tariffario. Mercoledì al ministero dei Trasporti dovrebbe esserci il via libera ad uno schema di atto aggiuntivo da allegare alla Convenzione previo passaggio all’Avvocatura dello Stato. Nel weekend gli elementi portanti verranno valutati dai tecnici dell’Authority dei Trasporti visto che è il modello su cui si baserà la nuova concessione. Pende ancora lo spettro emotivo della revoca, ma è più che altro una copertura politica che serve al governo per svitare il rischio del nuovo ponte ai Benetton. In settimana dovrebbe esserci anche la firma del memorandum, dopo i rispettivi consigli (lunedì Aspi e Cdp, martedì Atlantia). Con aumento di capitale preliminare e riservato alla Cassa, vendita diretta del 22% di
Aspi ad investitori graditi a Cdp, poi scissione e quotazione in Borsa. In trasparenza i Benetton deterrebbero al termine del percorso l’11% del gestore, che potrebbero poi vendere sul mercato. Ma i condizionali sono ancora troppi.