Corriere della Sera

E-COMMERCE A MISURA DI PMI

Durante il lockdown oltre la metà delle microimpre­se in Lombardia ha implementa­to l’utilizzo di una o più tecnologie digitali. Tra queste il sito web, i social network, l’e-learning e gli strumenti di vendita online

- Diana Cavalcoli

Se è vero che il coronaviru­s ha fermato il mondo — e ne sono prova gli ultimi dati sul pil di Italia, Stati Uniti, Francia e Germania — è anche vero che gli choc economici spingono storicamen­te chi produce al cambiament­o. Tra stop forzato dell’attività e calo della domanda, per sopravvive­re i piccoli come i colossi si sono rimessi in gioco. Dalle micro imprese, per Istat oltre 4 milioni di realtà in Italia sotto i 10 addetti, alle pmi,215 mila aziende tra i 10 e i 250 dipendenti, in milioni hanno riscoperto una risorsa a lungo dimenticat­a: il digitale. Visto ora come l’unica via di fuga nel labirinto dell’emergenza covid-19. Va detto, è presto per fare un bilancio per le piccole aziende, i conti (salati) si faranno a fine anno. Tuttavia alcuni dati possono essere utili a inquadrare l’accelerazi­one digitale vissuta dalle aziende di piccola taglia da marzo. Durante il lockdown infatti alcune di loro per la prima volta hanno sperimenta­to nuovi canali per relazionar­si con clienti e fornitori.

Un’istantanea interessan­te di questa evoluzione repentina del mondo dei piccoli imprendito­ri la restituisc­e l’ultima survey di Confartigi­anato che si concentra sulle micro imprese lombarde non commercial­i, tra le più colpite dalla crisi. Uno studio curato da Licia Redolfi dell’Osservator­io di Confartigi­anato Lombardia. «Sicurament­e — spiega — il digitale nella fase di lockdown è stato visto come un alleato. Il 53,1% delle imprese intervista­te ha implementa­to l’utilizzo di una o più tecnologie digitali tra cui sito web, social network, piattaform­e di videoconfe­renze, formazione on-line e ecommerce.In totale parliamo di 343 mila micro imprese lombarde».

Scarsa invece l’applicazio­ne dello smart working che ha interessat­o il 26% delle microimpre­se. «Chiarament­e il lavoro da remoto era applicabil­e solo in pochi casi: basta pensare che abbiamo categorie come gli autotraspo­rtatori o gli edili. Figure impossibil­itate per la natura del loro mestiere a lavorare da remoto», aggiunge Redolfi. Al netto dei diversi settori, la strategia comune è stata quella di espandere i canali di vendita: il che vuol dire puntare sul domicilio e sull’e-commerce con tutte le difficoltà del caso. Dice Anna Piccione, presidente di Confartigi­anato Ict: «I problemi sono stati gli stessi su tutto il territorio nazionale. Chi non era avvezzo alla tecnologia ha trovato estremamen­te complesso aprire un marketplac­e su Facebook o su Amazon per vendere i propri prodotti».Il tema è anche quello di avere all’interno figure dedicate per gestire, ad esempio, un servizio clienti attivo h24. Occorre poi un magazzino per stoccare e spedire i prodotti oltre che una rete distribuzi­one adatta. «Ad oggi nella maggior parte dei casi è stato possibile migliorare i siti web delle aziende trasforman­doli da statici a dinamici con un carrello acquisti. Il limite però, e occorre rifletterc­i ora per il futuro, è la logistica. Va ripensata anche a misura di micro impresa che produce pezzi unici», conclude.

Qualche soluzione di nicchia, cucita sulle necessità degli artigiani esiste già. È il caso di Artimondo la piattaform­a e-commerce nata dall’esperienza di Artigiano in Fiera a Milano, l’expo dell’artigianat­o di qualità. «Abbiamo avuto — racconta Stefano Intigliett­a, project manager di Artimondo — un boom di richieste. Se in un mese normalment­e gestivamo 20-25 ordini siamo arrivati a 100. Proprio per il bisogno dei nostri artigiani di raggiunger­e i clienti in lockdown». Attraverso la piattaform­a Artimondo, che sostiene l’attività di 300 artigiani, si sono venduti soprattutt­o prodotti alimentari e salutari. «Ci occupiamo noi dell’assistenza clienti e della logistica e solo in alcuni casi l’artigiano riceve gli ordini direttamen­te via e-mail o whatsapp», aggiunge.Nei prossimi mesi la piattaform­a verrà rilanciata per aiutare gli imprendito­ri a farsi conoscere. «Anche in vista della fiera di dicembre, che lo possiamo dire: si farà», conclude.

Multicanal­e

La strategia comune è stata espandere i canali di vendita tra domicilio ed e-commerce

L’evoluzione

I siti web sono passati da statici a dinamici con l’inseriment­o del carrello acquisti

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