«I piccoli capaci di innovare faranno il salto di qualità»
Perego (Politecnico di Milano): l’80% delle società ha un responsabile It, ma mancano gli innovation manager
«Le piccole e medie imprese sono un tesoro ad alto valore aggiunto per il Paese. Se non fanno innovazione il danno è di sistema». Alessandro Perego è direttore del dipartimento di Ingegneria gestionale del Politecnico di Milano e direttore scientifico degli Osservatori digital innovation e spiega quali sono stati gli effetti dell’emergenza coronavirus sulla trasformazione digitale dei ‘piccoli’ con più di 10 dipendenti.
Cosa è cambiato durante l’emergenza legata al coronavirus per le pmi ?
«C’è stata certamente un’accelerazione sul digitale per le pmi che sono circa 200 mila in Italia. Molti imprenditori hanno, forse per la prima volta, visto la tecnologia come una vera leva di business e soprattutto ne hanno osservato i vantaggi nel breve termine. Con l’emergenza si sono ridotte le barriere all’introduzione della tecnologia: si è superata la resistenza al cambiamento».
La resilienza di un’azienda piuttosto che di un’altra da quali fattori è dipesa?
«La capacità di risposta è dipesa in primo luogo dal settore: penso ai servizi più attrezzati a reagire rispetto alla manifattura spesso lenta nell’introduzione di nuove tecnologie. Hanno poi sicuramente avuto dei vantaggi quelle aziende che avevano investito in precedenza in innovazione: che non significa solo conoscere l’Iot, adottare lo smart working o aprire un e-commerce.Occorre utilizzare tutti questi strumenti insieme per creare valore».
In che «condizioni digitali» sono arrivate le pmi all’emergenza?
«Non certo ottimali. Da una nostra recente ricerca è emerso che se l’80% delle pmi ha un responsabile It manca un presidio sui progetti di innovazione. Solo il 20% delle aziende ha una figura dedicata, in genere un innovation manager. In breve, non basta avere un tecnico informatico per fare innovazione serve qualcuno che si occupi anche della cultura digitale in azienda. Il che vuol dire investire in formazione e sulle competenze delle persone».
Quali tecnologie sono state utili agli imprenditori?
«Tutte quelle tecnologie che hanno permesso alle aziende di sostenere le vendite. Penso agli acquisti online o alle piattaforme dedicate di Amazon e Ebay. Banalmente alcune imprese hanno gestito gli ordini anche tramite whatsapp. E poi gli strumenti per i pagamenti digitali: hanno avuto un ruolo centrale nel favorire la continuità aziendale».
Secondo alcuni esperti il passo avanti sulla digital transformation dei piccoli è stato addirittura di anni... non corriamo il rischio di fare come il gambero?
«È possibile, certamente l’emergenza ha consentito alle pmi di sperimentare la tecnologia e i suoi vantaggi. Probabilmente andremo incontro a una polarizzazione. Si accentuerà nei prossimi mesi la forbice tra quelle aziende che hanno capito quanto serva scommettere sul digitale e quelle imprese per cui la pandemia resterà un’occasione mancata».