Il Gran Galà azzurro Cortina festeggia e pensa ai Mondiali
Una pandemia può anche regalare paradossi. Ad esempio quello di festeggiare i campioni dell’inverno, e i relativi successi, in un inizio d’agosto torrido pure in montagna. Ma il terzo «Gran Galà della Neve e del Ghiaccio», organizzato a Cortina d’Ampezzo dalla Gazzetta dello Sport con le due federazioni di riferimento, Fisi e Federghiaccio, con il patrocinio del Comune e con l’appoggio della Fondazione che gestirà i Mondiali di sci alpino di febbraio, aveva il senso della voglia di ripartenza che anima lo sport.
Tutti seduti allora nel salotto buono della Perla delle Dolomiti, distanziati e con mascherine, ma anche con il piacere di vedere in retrospettiva un’annata condizionata dal Covid-19 ma pur sempre gonfia di gioie e di Coppe del Mondo. C’erano gli azzurri di oggi che nel 2019-2020 hanno vinto, o che sono rimasti al metà del guado sul più bello (è il caso di Dominik Paris, fermato da un infortunio), ma anche quelli del recente passato, come Isolde Kostner, fiocco d’oro alla carriera. Assieme a loro due ecco, tra gli altri, Roland Fischnaller, che a 40 anni non è stanco dello snowboard, o la sua collega Michela Moioli, alla terza Coppa assoluta ma «ancora affamata di successi». Oppure Federico Pellegrino, Dorothea Wierer o Arianna Fontana regina dello short track che ha scelto di trasferirsi in Ungheria per prepararsi ai Giochi 2022. Federica Brignone, la prima nostra sciatrice ad aver conquistato la Coppa del Mondo generale, ha chiuso la festa annunciando una bella iniziativa: è diventata la testimone di Corty, lo scoiattolomascotte dei Mondiali, e il ricavato dalla vendita dei pupazzi realizzati da Trudi finanzierà una borsa di studio per un giovane talento.
Già i Mondiali. Cortina aveva proposto il rinvio al 2022, ma la Fis ha confermato il periodo 7-21 febbraio 2021. Una sfida, adesso, da vivere con fiducia. «È impossibile dire come saremo tra alcuni mesi — spiega Alessandro Benetton, presidente della Fondazione —. Noi siamo dei “facilitatori” tra i vari enti e rimaniamo attaccati ai valori originari: il successo sportivo, la sostenibilità, il coinvolgimento dei giovani».
Però tra le parole chiave entra «flessibilità». Sarà un evento completo o no? Sarà a porte aperte o chiuse? «Per ora puntiamo al massimo livello, ma a ottobre potremmo dover ridimensionare». Un dato spiega meglio di altri: le 120 mila presenze restano il bersaglio, «ma con realismo immagino che dovremo prepararci per 60 mila». Eppure predomina l’ottimismo: «Un risultato c’è già e nessuno ce lo leverà: è la coesione creatasi tra le varie componenti. Cortina 2021 deve diventare il primo tassello di successo sulla strada dei Giochi 2026 e di un territorio che cambia».