Corriere della Sera

Strade Bianche magnifica sfida a eliminazio­ne La caduta di Nibali

Vince Van Aert, il coraggio di Formolo e Bettiol

- DAL NOSTRO INVIATO Marco Bonarrigo

«A 50/60 chilometri dall’arrivo mi guarderò alle spalle per vedere chi è rimasto a ruota e deciderò il da farsi». Così parlò alla vigilia il virgulto-fenomeno olandese Van Der Poel, gran favorito della 14ª Strade Bianche. Nipote di fuoriclass­e, figlio di campione, Mathieu ieri ha dovuto guardare avanti: era già staccato così come Alaphilipp­e, Sagan, Benoot, Kwiatkowsk­i e Gilbert che parevano controfigu­re dei vincitori delle passate edizioni. La Strade Bianche è stata una magnifica sfida ad eliminazio­ne: 124 dei 166 scattati dalla Fortezza Medicea sono tornati a Siena in autostop, raccolti a bordo strada sfiniti o feriti, impanati come cotolette con un miscuglio di sabbietta e sudore (qualcuno si è arreso sul primo sterrato, dopo 20 chilometri), poi cotti a fuoco lento per cinque ore ai 35 e passa gradi delle Crete.

A lottare per la vittoria sono stati in sei: due belgi veri (il re del cross Van Aert, il principe olimpico Van Avermaet), uno acquisito (il toscano Bettiol che lo scorso anno — sacrilegio — scippò ai fiamminghi il Fiandre), il tricolore Formolo, il campione tedesco Schachmann, il danese Fuglsang. «Il punto in cui siamo rimasti solo noi sei — spiega Van Aert, il vincitore — è il primo in cui ho intravisto il percorso in mezzo al polverone: prima andavo a tentoni». L’ultima ora di corsa è stata meraviglio­sa, tra allunghi recuperati (Fuglsang), coraggio e fatica sprecata (Bettiol), rilanci (Formolo) e agganci (Schachmann). Il tutto innaffiato da ettolitri di acqua e decine di sacchetti di ghiaccio infilati a mo’ di gobba o pancera sotto le maglie per non superare la temperatur­a di ebollizion­e e fondere il motore.

Quando è scappato ai compagni a 10 km dal traguardo, Wout Van Aert (25 anni, tre titoli mondiali di ciclocross) ha pensato al finale della sua Strade Bianche di due anni fa, documentat­a da un tifoso con un video che ancora spopola su Youtube: all’imbocco di piazza del Campo Wout si accasciò contro le transenne, le gambe devastate dall’acido lattico. Si rialzò a fatica trascinand­osi poi al traguardo come un Dorando Petri a pedali, comunque terzo. «Ho ben presente quel dolore — spiega — ma sono migliorato tanto grazie agli allenatori e ai tecnici della Jumbo-Visma». Lui che lo scorso luglio nella crono di Pau del Tour si lesionò in maniera grave il muscolo di una gamba e un mese dopo era già in sella a vincere, è più che una certezza per le grandi classiche.

Bravissimo Formolo (2° davanti a Schachmann), comunque «dispiaciut­o perché potevo lottare per la vittoria», bravo e sciupone Bettiol che però ha animato una gara di grande bellezza dove il pubblico (non poco) ha rispettato le distanze e usato le mascherine e l’organizzaz­ione ha gestito benissimo la prima gara World Tour post Covid. Da Siena torna a casa un po’ scosso Vincenzo Nibali: caduto, ha rimediato una botta molto forte all’«eminenza tenar», che non è un cardinale ma il punto del pollice che stringe il manubrio. Oggi lo Squalo passerà un controllo sperando che tutto sia ok.

 ?? (Bertorello/Afp) ?? La fatica
Il belga Wout Van Aert, trionfator­e della Strade Bianche
(Bertorello/Afp) La fatica Il belga Wout Van Aert, trionfator­e della Strade Bianche
 ?? (LaPresse) ?? Caduta Vincenzo Nibali ha rimediato una forte botta alla mano
(LaPresse) Caduta Vincenzo Nibali ha rimediato una forte botta alla mano

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy