Strappo sui treni governo-Regioni Conte: prudenza
Lite sui posti a sedere, cancellazioni e disagi
Il governo ha deciso: sui treni ad alta velocità bisogna rispettare le norme sul distanziamento: no alla piena occupazione dei posti. Ma le Regioni non intendono cedere al diktat. Soprattutto il blocco del Nord (Lombardia, Liguria, Piemonte, Friuli Venezia Giulia) — tutte a guida centrodestra — ha deciso di mantenere il 100 per cento di occupazione dei posti. Conte: il virus circola, prevalga la prudenza.
«Mi sembra che questo governo continui con una strada e una metodologia veramente spiacevole, con un’ordinanza a metà estate che ci riporta alle conferenze stampa notturne senza che vi siano più quelle urgenze di drammaticità».
Giovanni Toti ha un diavolo per capello. Come presidente della Liguria condivide la stessa posizione dei suoi colleghi di Lombardia e Friuli Venezia Giulia: l’ordinanza del governo sul distanziamento nei treni nazionali «non sta in piedi, crea allarme ingiustificato, è sbagliata nel merito e nel merito».
Ma ci sono esigenze di prevenzione che sono cambiate, i dati del contagio sono in risalita.
«Non ce n’è nessuna e l’ordinanza è arrivata senza alcun confronto in una materia che è palesemente in una materia concorrente, e francamente questo atteggiamento è inaccettabile. Se questo Paese è ripartito è soprattutto merito delle Regioni che si sono prese le responsabilità di scrivere le linee guida, in una notte drammatica che ancora tutti ricordano».
Vi accusano di sottovalutare la situazione.
«Nessuno sottovaluta ma non si può gridare al lupo al lupo al minimo allarme, in questo momento in Liguria ci sono 20 ricoverati di media intensità di cura e zero persone in terapia intensiva. In questo momento non esiste alcuna allerta a livello clinico e ospedaliero e i numeri dei positivi al Covid dipendono, come ho sentito sostenere anche da Zaia, dalla migliorata capacità di tracciare i contagi. Francamente in un Paese che sta cercando di rialzare la testa non si possono fare dei passi indietro in modo affrettato, unilaterale e allarmistico».
Però l’ordinanza del governo ha alle spalle le raccomandazioni del Cts.
«Ma il Cts fa il suo mestiere, e talvolta credo debba anche ribadire la sua esistenza in vita, la politica ne fa un altro, che è quello di trovare una mediazione fra le esigenze di controllo del virus e quella altrettanto importante di riportare il Paese alla normalità, direi che tra contagiati e crollo del Pil la politica debba fare una mediazione, non possiamo essere governati dal Cts».
Quindi lei non fa nessun passo indietro?
«Non ci penso nemmeno, i dati clinici che fra l’altro raccogliamo noi mi dicono che oggi non c’è alcuna emergenza, e parlo della Liguria ma anche del resto del Paese. Nessuno sta dicendo che il Covid non esiste più, non facciamo confusione con il negazionismo, ma bisogna anche tenere conto dell’emergenza senza precedenti sociale ed economica».
Chi ha sentito dei suoi colleghi?
«Guardi anche Bonaccini non sapeva nulla, è la conferma che il governo non ha cercato alcun dialogo alla faccia delle competenze e dell’autonomia. È già sgradevole per la nostra Costituzione scritta ma anche per quella materiale che si è formata nella gestione del virus, dove le Regioni si sono assunte responsabilità che andavano ben oltre il dovuto. Mi sembra francamente una mancanza di rispetto oltremodo inaccettabile».
Ma il governo ha il diritto di intervenire o lei contesta anche questo?
«Il corretto procedere sarebbe stata l’acquisizione del parere del Cts, poi una conferenza Stato Regioni e poi una decisione collegiale. Mi auguro che nei prossimi giorni il governo convochi la Conferenza e trovi delle regole che vanno bene per tutti, visto che peraltro non è condiviso nemmeno dal ministero delle Trasporti. In un Paese che sta tornando alla normalità, non si capisce perché si può fare un aperitivo insieme e non prendere un treno insieme, questa non è politica e non nemmeno un modo di governare, nascondendosi dietro i pareri del Cts. Che gli piaccia o meno questo è un Paese in cui ci sono diversi organi di governo, ci sono le Regioni e anche i Comuni. Pensano di poter decidere tutto a Roma. Dopo averci bloccate le autostrade non si può bloccare tutto in un fine settimana di estate».
d L’ordinanza
Con un’ordinanza fatta a metà estate il governo riporta ai summit notturni senza che vi siano più quelle situazioni di urgente drammaticità
d Il ruolo degli scienziati
Anche Bonaccini non sapeva nulla, Palazzo Chigi non ha cercato il dialogo Il Cts? Fa il suo mestiere, a volte anche cercando di ribadire la sua esistenza