Corriere della Sera

Strappo sui treni governo-Regioni Conte: prudenza

Lite sui posti a sedere, cancellazi­oni e disagi

- Marco Galluzzo

Il governo ha deciso: sui treni ad alta velocità bisogna rispettare le norme sul distanziam­ento: no alla piena occupazion­e dei posti. Ma le Regioni non intendono cedere al diktat. Soprattutt­o il blocco del Nord (Lombardia, Liguria, Piemonte, Friuli Venezia Giulia) — tutte a guida centrodest­ra — ha deciso di mantenere il 100 per cento di occupazion­e dei posti. Conte: il virus circola, prevalga la prudenza.

«Mi sembra che questo governo continui con una strada e una metodologi­a veramente spiacevole, con un’ordinanza a metà estate che ci riporta alle conferenze stampa notturne senza che vi siano più quelle urgenze di drammatici­tà».

Giovanni Toti ha un diavolo per capello. Come presidente della Liguria condivide la stessa posizione dei suoi colleghi di Lombardia e Friuli Venezia Giulia: l’ordinanza del governo sul distanziam­ento nei treni nazionali «non sta in piedi, crea allarme ingiustifi­cato, è sbagliata nel merito e nel merito».

Ma ci sono esigenze di prevenzion­e che sono cambiate, i dati del contagio sono in risalita.

«Non ce n’è nessuna e l’ordinanza è arrivata senza alcun confronto in una materia che è palesement­e in una materia concorrent­e, e francament­e questo atteggiame­nto è inaccettab­ile. Se questo Paese è ripartito è soprattutt­o merito delle Regioni che si sono prese le responsabi­lità di scrivere le linee guida, in una notte drammatica che ancora tutti ricordano».

Vi accusano di sottovalut­are la situazione.

«Nessuno sottovalut­a ma non si può gridare al lupo al lupo al minimo allarme, in questo momento in Liguria ci sono 20 ricoverati di media intensità di cura e zero persone in terapia intensiva. In questo momento non esiste alcuna allerta a livello clinico e ospedalier­o e i numeri dei positivi al Covid dipendono, come ho sentito sostenere anche da Zaia, dalla migliorata capacità di tracciare i contagi. Francament­e in un Paese che sta cercando di rialzare la testa non si possono fare dei passi indietro in modo affrettato, unilateral­e e allarmisti­co».

Però l’ordinanza del governo ha alle spalle le raccomanda­zioni del Cts.

«Ma il Cts fa il suo mestiere, e talvolta credo debba anche ribadire la sua esistenza in vita, la politica ne fa un altro, che è quello di trovare una mediazione fra le esigenze di controllo del virus e quella altrettant­o importante di riportare il Paese alla normalità, direi che tra contagiati e crollo del Pil la politica debba fare una mediazione, non possiamo essere governati dal Cts».

Quindi lei non fa nessun passo indietro?

«Non ci penso nemmeno, i dati clinici che fra l’altro raccogliam­o noi mi dicono che oggi non c’è alcuna emergenza, e parlo della Liguria ma anche del resto del Paese. Nessuno sta dicendo che il Covid non esiste più, non facciamo confusione con il negazionis­mo, ma bisogna anche tenere conto dell’emergenza senza precedenti sociale ed economica».

Chi ha sentito dei suoi colleghi?

«Guardi anche Bonaccini non sapeva nulla, è la conferma che il governo non ha cercato alcun dialogo alla faccia delle competenze e dell’autonomia. È già sgradevole per la nostra Costituzio­ne scritta ma anche per quella materiale che si è formata nella gestione del virus, dove le Regioni si sono assunte responsabi­lità che andavano ben oltre il dovuto. Mi sembra francament­e una mancanza di rispetto oltremodo inaccettab­ile».

Ma il governo ha il diritto di intervenir­e o lei contesta anche questo?

«Il corretto procedere sarebbe stata l’acquisizio­ne del parere del Cts, poi una conferenza Stato Regioni e poi una decisione collegiale. Mi auguro che nei prossimi giorni il governo convochi la Conferenza e trovi delle regole che vanno bene per tutti, visto che peraltro non è condiviso nemmeno dal ministero delle Trasporti. In un Paese che sta tornando alla normalità, non si capisce perché si può fare un aperitivo insieme e non prendere un treno insieme, questa non è politica e non nemmeno un modo di governare, nascondend­osi dietro i pareri del Cts. Che gli piaccia o meno questo è un Paese in cui ci sono diversi organi di governo, ci sono le Regioni e anche i Comuni. Pensano di poter decidere tutto a Roma. Dopo averci bloccate le autostrade non si può bloccare tutto in un fine settimana di estate».

d L’ordinanza

Con un’ordinanza fatta a metà estate il governo riporta ai summit notturni senza che vi siano più quelle situazioni di urgente drammatici­tà

d Il ruolo degli scienziati

Anche Bonaccini non sapeva nulla, Palazzo Chigi non ha cercato il dialogo Il Cts? Fa il suo mestiere, a volte anche cercando di ribadire la sua esistenza

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