Corriere della Sera

LE CAUTELE NECESSARIE

- di Ilaria Capua

Incrociare gli sguardi oltre le mascherine ed essere spesso oggetto di uno sguardo di ritorno, uno di quelli che hanno appiccicat­e le domande, quelle essenziali. Quelle che ti possono cambiare la vita.

Dietro quegli sguardi che hanno recuperato una meraviglio­sa centralità nel nostro immaginari­o leggo sempre la stessa domanda: e adesso cosa facciamo?

Partiamo dal presente.

Che cosa sta accadendo adesso in Italia e in molti altri Paesi duramente colpiti in primavera? Il virus circola e come ogni virus che si rispetti, si manifesta in maniera diversa a seconda dell’ospite che incontra. In molti casi gira travestito da nulla, esattament­e come ha fatto per tutto il mese di dicembre, gennaio e buona parte di febbraio. C’è ma non si vede, e il coronaviru­s passa tra di noi senza farsi riconoscer­e né notare. Però gira che ti rigira, incontra ogni tanto qualche gruppetto di persone che sono potenziali vittime delle sue unghie talvolta affilate. Manciate di persone qui e lì che rischiano. Ho incrociato molte mascherine per alcuni giorni in Italia e ho visto percezioni e scenari diversi. La paura di un colpo di coda è palpabile al Nord e viene ridicolizz­ata altrove. Un gioco molto rischioso se parliamo di futuro.

E così arriviamo al futuro. L’ombra di una seconda ondata inquieta molti e per questo è bene intendersi. Quando si parla di seconda ondata ci riferiamo a un aumento rapido, esponenzia­le e continuo del numero di pazienti che farebbero ricorso alle terapie intensive, tanto da determinar­ne il sovraccari­co e quindi il crollo. È possibile che questo accada? Sì.

È possibile evitarlo? Sì. Ed è questo che deve essere il nostro asse portante. Adesso sappiamo che ci sono tre cose facili facili da fare: tenersi il più lontano possibile dagli altri, tenersi le mani pulite e utilizzare delle barriere per separare il più possibile il proprio muso dall’esterno. Perché? Perché è proprio il nostro muso che è una componente centrale del contagio, perché può emettere o ricevere goccioline di saliva cariche di virus. Il nostro muso, un vero nebulizzat­ore naturale. È per questo che in qualsiasi ambiente a rischio avere una barriera fisica sul muso è sempre meglio di avere nulla. Si accettano anche mascherine di buonsenso.

Insomma, lo scopo di tutte queste scocciatur­e tanto logiche quanto necessarie è quello di rendere sempre più difficile il contagio, perché tanto maggiore sarà il contagio e tanto maggiore sarà il rischio che un numero elevato di persone finiscano in ospedale. E se il numero di persone fosse molto elevato, si potrebbe superare la soglia di recettivit­à delle terapie intensive, e sarebbe proprio questa la drammatica seconda ondata.

Ma guardiamo oltre, scostiamo la tenda. Checché ne dicano i negazionis­ti Covid19 si è portato via migliaia di italiani e molto di più. In questo mazzo di molto che è volato via, ci sono i costi che la sanità italiana ha dovuto sostenere per far fronte all’epidemia. Ogni nuovo ricovero in terapia intensiva è evitabile ed è un risparmio che ci per

Risparmio

Ogni nuovo ricovero in terapia intensiva che si evita dà un aiuto alla sanità pubblica

metterebbe di accelerare su altri fronti. La sanità pubblica ha bisogno di ossigeno.

Permettere al coronaviru­s di espandersi in maniera incontroll­ata sarebbe un nuovo triplo spreco. Si perderebbe­ro vite di pazienti e operatori nel contempo bruciando anni di salute. Mi riferisco ai cosiddetti strascichi o alle complicazi­oni da Covid-19 che scopriremo nel tempo. Ma dobbiamo agire in maniera intelligen­te per evitare le ospedalizz­azioni anche perché queste hanno un costo. Ogni ricoverato in meno risparmia il sistema e contribuis­ce alla ripresa delle attività di sanità pubblica come le vaccinazio­ni o lo screening per i tumori. Non possiamo lasciarci battere su queste conquiste. È questione di sopravvive­nza.

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