Conte: irragionevole non seguire le regole su distanze e protezioni
L’irritazione del premier, possibile un provvedimento ad hoc La linea: non disperdere i vantaggi accumulati con il sacrificio
Quello delle fughe in avanti dei presidenti di Regione, che faticano a coordinarsi con il governo, è un (brutto) film già visto nelle settimane più nere dell’emergenza. Un film al quale nessuno, nelle stanze del governo, vuole assistere di nuovo. Giuseppe Conte tiene d’occhio con preoccupazione e un filo di irritazione il caos nelle stazioni ferroviarie e gli strappi dei «governatori». E se per ora il presidente non ritiene necessario intervenire, anche per non soffiare sul fuoco dello scontro istituspetto zionale, non esclude di dover prendere provvedimenti nelle prossime ore.
Orgoglioso per le lodi ricevute dal New York Times per la lotta al virus, Conte non vuole che il primato venga incrinato: «L’Italia adesso deve correre, ma dobbiamo farlo con accortezza e intelligenza». Il premier chiede il ri«di quelle minime regole precauzionali, il distanziamento e la mascherina, che ci aiuteranno a mantenere sotto controllo la curva epidemiologica». E, pur senza voler riaprire la polemica con Matteo Salvini, avverte chi snobba le misure anti-Covid: «Non dobbiamo disperdere irragionevolmente i vantaggi sin qui accumulati, il capitale di fiducia che, all’interno e all’estero, ci siamo conquistati con il sacrificio di tutti». Conte evita nuovi «frontali» con il leader della Lega, ma certo non gli sfugge la tempestività con cui i governatori di centrodestra continuano a muoversi in controtendenza rispetto al governo.
Il nome che rimbalza nelle chat di ministri e sottosegretari è di nuovo quello di Attilio Fontana, il presidente della Lombardia. E il mood dei commenti è questo: «È un irresponsabile. Con tutti i casini che ha, corre a riempire i treni?». Sul fronte trasporti la confusione è grande. Dopo l’ordinanza con cui il ministro Roberto Speranza ha stoppato Trenitalia e Italo, erano pronti a riempire i convogli al massimo della capienza, i governatori procedono in ordine sparso. Dopo Lombardia e Liguria, anche il Friuli-Venezia Giulia ha deciso di coprire il 100 per cento dei posti a sedere. Mentre scelte più prudenti hanno fatto Regioni con meno contagi, come Basilicata, Puglia, Sicilia e Calabria.
Il ministro dem delle Autonomie, Francesco Boccia, rivendica la «massima collaborazione con i presidenti di Regione»,
ma al tempo stesso, memore di una primavera drammatica e in ansia per l’autunno, ricorda che «ognuno dovrebbe trarre esempio dalle esperienze fatte». Boccia non cita Fontana, però chiede ai presidenti delle Regioni prudenza e massimo rigore: «Stiano attenti, perché chi sbaglia si assume la responsabilità degli errori fatti. Se dovesse succedere qualcosa, ne risponderanno direttamente. Dal 16 maggio non ci sono più alibi per nessuno». Il riferimento è al decreto legge che consente alle Regioni di allentare le misure del governo, sempre che la situazione epidemiologica del territorio lo permetta. «Ovviamente — ricorda Boccia — se la situazione degenera il governo può intervenire, impugnando le ordinanze regionali».