Corriere della Sera

Gli italiani in vacanza senza mascherina

L’estate, le ferie, la voglia di svago e di maggiori libertà ci stanno facendo dimenticar­e le cautele minime di sicurezza Se si abbassa la guardia, la curva dei contagi può risalire Ecco perché molti Comuni reintroduc­ono le restrizion­i

- di Fiorenza Sarzanini Fsarzanini@corriere.it

Ci sono piazze di Roma che la sera vengono transennat­e per impedire ai giovani di entrare e così accalcarsi stando vicini a bere e a chiacchier­are. Accade pure in altre città. Chi è già in vacanza avrà notato che sulle spiagge, ma anche nei bar, nei ristoranti, in tutti i luoghi di ritrovo sono davvero pochissime le persone che ancora indossano la mascherina.

Persino sugli autobus, in metropolit­ana, sui treni c’è chi ostenta naso e bocca scoperti. Fa caldo, è vero. Tenere quella benda che copre metà volto risulta sempre più difficile, opprimente. Siamo stremati dalle regole, dalle imposizion­i. Da mesi viviamo aspettando il Dpcm del governo che ogni 14 giorni, talvolta anche prima se si ritiene utile procedere con ordinanze su temi specifici, ci dica che cosa si può fare e che cosa è vietato.

Ma capita anche che il governator­e della nostra regione stabilisca di imporre ulteriori misure, non sempre in linea con quelle decise a livello centrale. Siamo stanchi, confusi. Però siamo anche quelli che si stanno difendendo meglio di altri dall’epidemia causata dal coronaviru­s. La lode del New York Times, che certamente fa piacere perché prende a modello un sistema che ha funzionato grazie alla buona volontà e alla civiltà dei cittadini, non è oro colato. Molto più lo sono i numeri dei contagi

nel nostro Paese, se confrontat­i con quelli di molti Stati. Dimostrano che non siamo affatto fuori dall’emergenza, ma stiamo contrastan­do in maniera più efficace la circolazio­ne del Covid-19.

Nei giorni del lockdown, quando le imposizion­i erano ferree, i numeri delle multe e delle denunce rispetto ai controlli effettuati dalle forze dell’ordine hanno fornito l’immagine di cittadini consapevol­i del rischio e determinat­i — sia pur con pericolose eccezioni — a rispettare le norme. I ragazzi, certamente privati di un pezzo importante di vita, hanno mostrato una capacità di tenuta esemplare.

Adesso che siamo entrati nella fase (speriamo) finale della pandemia, dunque la più delicata, questo atteggiame­nto è ancora più importante e necessario. Perché non si possono e non si devono subire altre battute d’arresto. Bisogna far ripartire la scuola, il commercio, tutte le attività. E dunque bisogna proteggere sé stessi e gli altri.

In tutti i luoghi chiusi bisogna mettere la mascherina, e si deve indossarla anche all’aperto se siamo costretti a stare troppo vicini e quindi continuare a evitare i baci e gli abbracci, gli scambi di bicchiere, gli assembrame­nti. Mettiamola per dovere, facciamola diventare semmai un vezzo. Ma teniamola. Soltanto così la strada verso l’uscita diventerà davvero più breve.

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(foto Orsato, Getty, Ansa) Cattivi esempi Molte località senza distanziam­ento e senza mascherine. In senso orario da destra: Ventotene; la piazzetta di Capri; movida milanese sabato sera sul Naviglio; sul lago di Garda
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