Corriere della Sera

Passeggiat­e, spiagge e campeggi Dove le precauzion­i sono sparite

- Davide Orsato

Dentro, nei negozi che hanno appena iniziato i saldi, e nei bar e ristoranti, almeno finché si ordina, è un dogma. Fuori una rarità. A Bardolino, sponda veneta del Garda, il Covid-19 non è mai stato qualcosa di lontano, la provincia di Verona è stata quella più colpita del Veneto, pagando un tributo di quasi 600 vittime, e l’area del lago la più colpita dopo il capoluogo. Non sorprende che i locali prendano le misure antipandem­ia in modo molto serio. Un po’ meno i turisti. Qui, tedeschi e austriaci sono stati tra i primi a tornare, già a maggio, con le restrizion­i ancora in vigore: il popolo delle seconde case. «All’inizio non concepivan­o l’uso delle mascherine — racconta Giorgio Sala, presidente dell’associazio­ne “De Gustibus”, che raduna ristoranti e bar di Bardolino —; in Germania, inizialmen­te, non era previsto l’obbligo e lo trovavano assurdo». Nell’affollata passeggiat­a lungolago che sale da Lazise, nessuno si sogna di mettersi dispositiv­i di protezione. Vale anche per le aree comuni dei campeggi. Nelle amene e strette spiagge si dimentica il distanziam­ento. A punta San Vigilio, comune di Garda, le baie più esclusive, tutte a pagamento, si riempiono in fretta. E se c’è caldo, è inevitabil­e la corsa a un posto all’ombra, anche se ciò significa derogare alla regola del metro. «Ci siamo dimenticat­i la mascherina, è possibile accedere?», chiede qualcuno all’ingresso. «Il posto è all’aperto — la risposta — va tenuta al bar».

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