Corriere della Sera

Salvini-governo, sfida sulla Gregoretti

L’accusa: «Palazzo Chigi non ci dà le carte». Visita del leader a Sesto San Giovanni: il sindaco di FI va al Carroccio

- DAL NOSTRO INVIATO Marco Cremonesi

La data, in qualche modo, è epocale: da domani mattina Sesto San Giovanni, la Stalingrad­o d’Italia che fu, avrà un sindaco leghista. Che è poi lo stesso di oggi, Roberto Di Stefano. L’uomo che nel 2017, con l’attivissim­o sostegno della moglie Silvia Sardone, allora berlusconi­ana come lui e primatista di preferenze, riuscì ad espugnare la grande città che fu operaia e che ancora si pensava a sinistra.

Curiosamen­te, Forza Italia fu assai avara di riconoscim­enti per la coppia che fece l’impresa. E così, prima lei da europarlam­entare e domani lui, entrambi sono passati alla Lega. E domani nel quartiere popolare Marzabotto, sarà Matteo Salvini insieme con i massimi rappresent­anti del partito lombardo — Paolo Grimoldi, Stefano Bolognini, Luca Toccalini — a sancire l’ingresso di Di Stefano tra i leghisti e di Sesto San Giovanni tra le città guidate dalla Lega: «Per noi è un momento importante — spiega il sindaco — la conclusion­e di un percorso iniziato da tempo che ha nel lavoro sul territorio la sintesi delle posizioni del centrodest­ra». Per questo, non si temono contraccol­pi politici dalla decisione di Di Stefano: «E perché mai? — dice Sardone

—. La maggioranz­a è coesa intorno a un programma».

A pochi ombrelloni di distanza dalla coppia, Matteo Salvini parla fitto al telefono. Forse anche con Giancarlo Giorgetti, che questa sera sarà intervista­to in collegamen­to con la festa leghista di Cervia. Ma la polemica del giorno riguarda i fatti della nave Gregoretti, per cui Salvini andrà a processo il 3 ottobre a Catania. «Da più di due mesi — protesta il segretario leghista — il mio avvocato attende che Palazzo Chigi trasmetta gli atti in suo possesso: un ritardo così significat­ivo, dal 25 maggio a oggi, potrebbe far pensare che voglia nascondere qualcosa». Il sospetto è quello di sempre: «Magari nelle carte è confermato il ruolo attivo di tutto il governo». Ma forse, aggiunge Salvini, «il premier è solo impegnato ad approfondi­re il caso Retelit dopo la sentenza del Tar che conferma di fatto il conflitto di interessi di Conte».

Ma secondo quanto apprende l’Ansa, il segretario generale di Palazzo Chigi Roberto Chieppa ha inviato lo scorso 3 luglio una lettera a Giulia Bongiorno. Oggetto:«Investigaz­ioni difensive nell’interesse dell’assistito senatore Salvini». Nella lettera si legge che «come risulta dagli atti dell’Ufficio di segreteria», il Consiglio dei ministri si è riunito solo il 31 luglio 2019 per i temi indicati nell’ordine del giorno «tra cui non figurava la questione relativa alla vicenda della nave Gregoretti, che non è stata oggetto di trattazion­e nell’ambito delle “varie ed eventuali” nel citato Consiglio dei ministri, né dei Consigli successivi». Mentre il segretario pd Nicola Zingaretti è tornato all’attacco del leader leghista: «Chi per raccattare consenso dice agli italiani di togliersi la mascherina si augura che riesploda la pandemia. Per 4 voti non gli interessa di mettere a repentagli­o la vita delle persone che rischiano di ammalarsi e morire».

«Conte ha qualcosa da nascondere?». Ma c’è una lettera inviata dall’ufficio del premier

La missiva a Giulia Bongiorno: non si parlò della nave nel Consiglio del 31 luglio 2019

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