Piano rilancia-consumi Due miliardi per i bonus a chi paga con la carta
Le incognite: le fasce di reddito e come avere gli sconti
L’idea è dare un sostegno alla ripresa dei consumi. I dati sulla timida ripresa del commercio al dettaglio, nel mese di giugno ha segnato +12,1% rispetto a maggio, e le pesanti difficoltà di alcuni settori come la ristorazione e l’abbigliamento sono le ragioni che spingono il governo a valutare l’introduzione di un bonus che incentivi i consumatori a spendere. Un bonus sotto forma di sconto basato sulla tracciabilità delle spese effettuate, per beneficiare dell’incentivo sarà dunque necessario avere fatto shopping utilizzando una carta di credito o una carta di debito tipo bancomat. Una misura del genere oltre a dare una spinta ai consumi concorrerebbe, tra l’altro, a disincentivare l’utilizzo del contante. Tanto che il governo punta a inserire il bonus nell’elenco delle misure previste dal decreto agosto, la manovra da 25 miliardi finanziata in deficit, che dovrebbe essere approvata entro la settimana.
Le risorse
Restano tuttavia da definire alcuni aspetti cruciali. Il primo è lo stanziamento delle risorse da destinare al fondo che alimenterà gli incentivi a sostegno dei consumi. L’obiettivo dei tecnici del ministero dell’Economia e dello Sviluppo Economico è riuscire a garantire una dotazione di almeno un paio di miliardi. Un ulteriore punto da dettagliare è il meccanismo attraverso il quale assicurare lo sconto al consumatore che effettua l’acquisto di un capo di abbigliamento, di una cena al ristorante o di una colazione al bar. Le ipotesi allo studio sono l’utilizzo di una card o una modalità analoga a quella adottata per gli sconti sugli acquisti di bici elettriche e monopattini, ossia una piattaforma, dove, una volta caricate le spese effettuate, richiedere il rimborso previsto.
Tetto di spesa
Va inoltre stabilito fino a quale soglia di spesa incentivare i consumatori (potrebbe essere fino a 3-4 mila euro), ma restano da fissare anche i destinatari del bonus (in base alle fasce di reddito), così come l’entità dello sconto accordato sulle spese. Dettagli che, peraltro, potrebbero essere precisati anche dopo il varo del decreto, mentre deve esserci certezza sul capitolo di spesa da 2 miliardi da assegnare al bonus.
Chi lo vuole
A spingere per l’incentivo sono più ministri e per diverse ragioni. In testa figurano il ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini (Pd), con l’obiettivo di dare una mano alle attività dei centri storici delle città più colpite dall’assenza di turisti e di stranieri, e la ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova (Iv), tra le più veloci a lanciare una proposta di un fondo da 1 miliardo per la ristorazione a supporto dell’agroalimentare. A impegnarsi per il bonus è stata anche la viceministra dell’Economia, Laura Castelli (M5S).