Ibra resta il centro di gravità del nuovo Milan di Pioli L’obiettivo: un posto tra i primi 4
Maldini cerca difensori e un mediano: «Per l’attacco basta Zlatan»
Resta l’orgoglio, ma anche la rabbia. E una certezza: che la continuità è fondamentale, ma non basta, non può bastare. Perché il Milan da qui deve ripartire, da questi due mesi a mille all’ora, durante i quali nessuno è stato in grado di tenere il suo passo. Ma lo scudetto d’estate è solo un titolo onorifico e lascia dietro di sé anche molti inevitabili rimpianti. E una lezione che non va sprecata: serve di più, serve un altro salto di qualità. Significativo che ad ammetterlo sia stato lo stesso Stefano Pioli, in coda alla vittoria di sabato sul Cagliari, la nona in 12 partite, l’ultima di uno strepitoso sprint che ha consentito al Diavolo di conquistare la bellezza di 30 punti: «Non penso che l’anno prossimo saremo contenti se arriveremo ancora sesti, dobbiamo migliorare».
La missione del tecnico e di chi a sorpresa ha scelto di confermargli la fiducia stracciando il progetto Rangnick al quale si lavorava da mesi è chiaro: l’obiettivo della prossima stagione è tornare in Champions, che manca ormai da sei anni. Non riuscirci sarebbe considerato un fallimento. Il sesto posto ottenuto quest’anno, buono per la qualificazione ai preliminari di Europa League, viene vissuto dentro al mondo Milan con soddisfazione ma anche con un senso di rammarico. Giusto così. Giusto essere orgogliosi per la rimonta che ha consentito di tornare in Europa, seppur dalla porta di servizio, giusto però anche prendere atto di quanto la partenza horror abbia compromesso la stagione. La lezione va imparata. La classifica è lì da vedere: quinto posto un anno fa, sesto quest’anno. Serve di più.
Innanzi tutto sul mercato. La stagione sarà lunga e logorante. Gli obiettivi principali sono un paio di difensori e un mediano: il d.t. Maldini punta i terzini destri Aurier del Tottenham e Dumfries del Psv, il centrale difensivo Milenkovic della Fiorentina e il centrocampista centrale Florentino del Benfica. «In attacco con Ibra siamo a posto così» ha assicurato Maldini.
A 39 anni è chiaro che Zlatan non le giocherà tutte, ma nella testa di Pioli e del club c’è la volontà di valorizzare Leao e Rebic. Obiettivo legittimo e sensato, ma una prima punta in più farebbe comodo.
Il piano di Pioli è ripartire dal portentoso entusiasmo di questi ultimi due mesi («al di là dei risultati positivi, abbiamo creato una mentalità, dev’essere la base su cui costruire un futuro più soddisfacente» ha detto l’altra sera) ma anche dall’assetto tattico che gli ha consentito di bruciare tutti nello sprint estivo, il 4-23-1, con Ibrahimovic centravanti di riferimento. Il tecnico si affiderà ancora a Zlatan, 11 gol in 20 partite e ormai praticamente un allenatore in campo. Il tecnico di Parma è stato chiarissimo con il club: per noi è fondamentale. L’a.d. Gazidis se ne è convinto.
In settimana Raiola e il Milan dovrebbero trovare un’intesa: base fissa a 4,5 milioni più bonus che possono arrivare fino a 6,5. Si ragiona su gol, presenze e obiettivi, verrà fissato un premio per la qualificazione alla Champions da mezzo milione, come quello previsto per Pioli. E che con ogni probabilità sarà inserito anche nel contratto di Donnarumma, l’altro pilastro del Milan che verrà, col quale si lavora con sempre maggiore ottimismo a un rinnovo fino al 2023. La Champions come missione, la Champions come incentivo. Per tutti.
Il tecnico: «Non penso che l’anno prossimo saremo contenti di arrivare ancora sesti»