Corriere della Sera

«Juve, mi fai un po’ paura...» Sarri aspetta il genio Dybala per riaccender­si con il Lione

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A Torino

● Venerdì 7 (ore 21) a Torino a porte chiuse la Juve affronta il Lione nel ritorno degli ottavi di Champions. All’andata 1-0 per i francesi

● Se passa il turno la Juve affronterà nei quarti a Lisbona il 15 agosto la vincente dell’ottavo Manchester City-Real Madrid: inglesi vittoriosi in Spagna 2-1 all’andata

Rovesciare la prospettiv­a, per rovesciare il risultato. L’operazione Lione inizia per la Juventus con la speranza abbastanza concreta di recuperare Dybala e con un gioco di specchi deformanti: la squadra campione d’Italia per il nono anno di fila aspetta un avversario che è sceso in campo venerdì per una partita ufficiale dopo quasi cinque mesi, contro il Psg in Coppa di Lega (persa ai rigori), ha chiuso il campionato al settimo posto e per la prima volta dal 1997 non disputerà le coppe europee, a meno che non sollevi la Champions il 23 agosto. Eppure, quello che evoca l’impresa possibile è Rudi Garcia, mentre Maurizio Sarri dopo aver parcheggia­to lo scudetto, spegne i fari e introduce la parola «paura» nel suo vocabolari­o, usando la terapia d’urto per stimolare un gruppo logoro al traguardo.

«Ho visto un lungo tratto di partita del Lione e mi ha sorpreso la condizione fisica dei francesi — spiega Sarri —. Noi dobbiamo essere bravi a ricaricare le energie mentali. Le risorse fisiche in pochi giorni si possono recuperare, quelle mentali è più difficile. Abbiamo un po’ staccato la spina, ora dobbiamo riattaccar­le tutte in vista del Lione. Come fare per riprenders­i? Un po’ di paura ci può far bene. Dopo la vittoria sulla Lazio, inconsciam­ente abbiamo sentito di aver vinto il campionato. Dobbiamo sapere che l’avversario di venerdì è duro e che partire dallo 0-1 è difficile, tanto più in queste condizioni. Un pizzico di strizza ci può fare bene...».

Il Lione all’andata aveva sfruttato il ruolo di outsider ed era stato sottovalut­ato dalla Juventus. Garcia invece adesso si espone, sottolinea di essere «a un passo dalla final eight», confida nel ritorno partita giocata dal Lione dopo lo stop per la pandemia: la finale di Coppa di Lega persa il 31 luglio con il Psg ai rigori gol di scarto sono necessari ai bianconeri, sconfitti 10 a Lione, per passare il turno (2-0, 3-1 e così via) su certi livelli della stella Depay, reduce dall’infortunio al crociato. «Chi vi dice che non ci incontrere­mo con il Psg a Lisbona?» dice addirittur­a l’ex romanista, sapendo che le due squadre possono incrociars­i solo in finale. Forse Garcia bluffa, forse non sa nemmeno lui cosa aspettarsi, perché uno stop di cinque mesi è un’esperienza nuova per tutti.

Sarri, che davanti ai microfoni parla di calcio come pochi altri colleghi sono disposti (o capaci) di fare, insiste sulla difficile gestione dell’aspetto mentale da mesi, senza trovare troppe soluzioni in merito. E deve fare i conti con la quantità insolita di reti subite in campionato (43) e soprattutt­o con un’altra sensazione che la sua Juve lascia: quella di poter prendere gol da chiunque. Una situazione che non sembra in totale controllo: «Dobbiamo cercare di capire i motivi e come rimediare. Non so che risultato faremo con il Lione ma sono convinto che entreremo in campo con un atteggiame­nto totalmente diverso rispetto alle scorse partite. Poi un po’ di paura questa squadra la fa anche a me: non è automatico riattaccar­e tutti gli interrutto­ri...».

In caso di blackout, non resta che affidarsi a Dybala, che vuole esserci a tutti i costi e a Ronaldo. Non sarebbe certo la prima volta.

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Maurizio Sarri festeggia il titolo di campione d’Italia
(Ansa) Giacca cravatta e Coppa Maurizio Sarri festeggia il titolo di campione d’Italia

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