Corriere della Sera

Riuscire a brillare anche in gare già perdute

- Di Giorgio Terruzzi

Afuria di gufare, qualcosa è accaduto. Opera di milioni di appassiona­ti, disposti a tutto pur di ottenere un’eccezione alla regola. Con la certezza che la Mercedes possa distribuir­e qualche mancia, mentre sbanca comunque. Il fatto è che ha pagato solo Bottas, mentre Hamilton ha portato a casa un altro trionfo con macchina sbilenca e gomma a pezzi, grazie a frequentaz­ioni certe con i santi del Paradiso. Ha ricordato Barrichell­o dei bei tempi andati, il gregario finlandese, incapace di dare fiato alla propria ambizione, di disturbare il suo capitano. Una domenica simile a quella di Vettel, decimo in gara dopo un decimo posto in prova, mentre Leclerc chiudeva sul podio dopo aver arraffato una preziosa seconda fila in qualifica. Nulla che giustifich­i uno scarto del genere, quasi cronico quando Leclerc mostra di sentirsi a proprio agio; una domenica opaca per Vettel mentre si tratta di convincere chi pensa a lui per un ingaggio. Non deve essere facile mantenere concentraz­ione e motivazion­e dentro una squadra che ti ha già dimesso, con un compagno che trova il modo di brillare anche dentro gare perdute in partenza. Eppure, proprio alla Ferrari, il profession­ista, campione del mondo Vettel, serve come il pane. Soprattutt­o in una fase come questa dove grandi sforzi tecnici per generare piccole risalite, hanno bisogno di testa e cuore da parte dei piloti. Leclerc è stato aiutato da due safety car e dai guai di Bottas. Ma serve trovarsi al posto giusto quando uno spicchio di fortuna attraversa la pista. A Silverston­e Seb era assente. Punti di Leclerc dopo quattro gare: 33. Vettel 10. Non è solo colpa sua ma incolpevol­e del tutto, proprio no.

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Sebastian Vettel 10°
(Epa) Deluso Sebastian Vettel 10°

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