Riuscire a brillare anche in gare già perdute
Afuria di gufare, qualcosa è accaduto. Opera di milioni di appassionati, disposti a tutto pur di ottenere un’eccezione alla regola. Con la certezza che la Mercedes possa distribuire qualche mancia, mentre sbanca comunque. Il fatto è che ha pagato solo Bottas, mentre Hamilton ha portato a casa un altro trionfo con macchina sbilenca e gomma a pezzi, grazie a frequentazioni certe con i santi del Paradiso. Ha ricordato Barrichello dei bei tempi andati, il gregario finlandese, incapace di dare fiato alla propria ambizione, di disturbare il suo capitano. Una domenica simile a quella di Vettel, decimo in gara dopo un decimo posto in prova, mentre Leclerc chiudeva sul podio dopo aver arraffato una preziosa seconda fila in qualifica. Nulla che giustifichi uno scarto del genere, quasi cronico quando Leclerc mostra di sentirsi a proprio agio; una domenica opaca per Vettel mentre si tratta di convincere chi pensa a lui per un ingaggio. Non deve essere facile mantenere concentrazione e motivazione dentro una squadra che ti ha già dimesso, con un compagno che trova il modo di brillare anche dentro gare perdute in partenza. Eppure, proprio alla Ferrari, il professionista, campione del mondo Vettel, serve come il pane. Soprattutto in una fase come questa dove grandi sforzi tecnici per generare piccole risalite, hanno bisogno di testa e cuore da parte dei piloti. Leclerc è stato aiutato da due safety car e dai guai di Bottas. Ma serve trovarsi al posto giusto quando uno spicchio di fortuna attraversa la pista. A Silverstone Seb era assente. Punti di Leclerc dopo quattro gare: 33. Vettel 10. Non è solo colpa sua ma incolpevole del tutto, proprio no.