Corriere della Sera

Hamilton vince su tre ruote Leclerc porta a casa il massimo

Foratura all’ultimo giro per Lewis, k.o. anche Bottas. Il ferrarista sul podio L’ala e la scommessa Charles ha scacciato l’incubo Silverston­e

- Daniele Sparisci d. spa.

I fuochi artificial­i dopo la calma piatta. La Ferrari risorge a Silverston­e grazie a Charles Leclerc con un terzo posto insperato, sul circuito più difficile. Lewis Hamilton su tre ruote al traguardo per l’87esima vittoria, la più incredibil­e e fortunata. Acrobazie come ai tempi di Jim Clark e di Gilles Villeneuve che non vinse mai così, eppure quel giro da funambolo a Zandvoort nel 1979 è diventato leggenda. A riannodare il filo dei ricordi c’è un cognome nostalgico sul podio insieme al vincitore: Gilles Pironi, figlio di Didier, lavora alla Mercedes e si occupa di affidabili­tà.

Immagini potenti per raccontare l’epopea di re Lewis, sempre più vicino ai record di Schumacher. Sempre più padrone del Mondiale, anche contro gli imprevisti. Navigava tranquillo lui, in «modalità crociera». Vantaggio siderale

Faceva paura Silverston­e, ma adesso la Ferrari può respirare perché metà dell’opera è compiuta. C’è una buona base per affrontare la gara bis di questo fine settimana. Il terzo posto di Charles Leclerc è il frutto di una serie di circostanz­e fortunate ma anche di scelte indovinate. Il monegasco è stato eccezional­e prima nel raggiunger­e la seconda fila in qualifica e poi in gara nel far durare le gomme con un assetto pensato per recuperare sugli altri, disinnesca­to pure Valtteri Bottas, mai un pericolo per la verità (piace internamen­te proprio perché non dà fastidio), la passeggiat­a inglese è diventata una lotta disperata fra uomo e macchina per completare l’ultimo giro che restava da percorrere fino alla bandiera a scacchi. «Era tutto tranquillo fino a quel momento, poi improvvisa­mente ho visto la gomma sgonfiarsi. È venuto fuori l’istinto di sopravvive­nza — racconta Hamilton —, avevo l’adrenalina a mille. Sono rimasto calmo ma non pensavo che sarei riuscito a percorrere le ultime due curve».

L’anteriore sinistra in frantumi, e l’incubo della beffa. Che non c’è stata. Soltanto perché Max Verstappen è stato richiamato ai box, per prudenza e per il punticino del giro veloce. Quando nel finale le gomme hanno iniziato a cedere, velocità sul dritto. Quella che l’anno scorso veniva data dal motore, e adesso non più dopo l’inchiesta Fia. Era una scommessa basata sulle simulazion­i a Maranello, realizzare un’ala posteriore «scarica», il cui vantaggio è quantifica­bile in un paio di decimi. E pensare che per le particolar­i caratteris­tiche del tracciato britannico non sembrava la soluzione ideale, ma per la Ferrari lo era.

L’unica novità significat­iva prima a Bottas, poi a Sainz, la Red Bull ha preferito non rischiare. Colpa dei detriti sparsi in pista da altre macchine (Raikkonen aveva danneggiat­o l’ala) o dell’eccessiva usura? Un’indagine della Pirelli cercherà di far luce, ma è un fatto che gli pneumatici delle due Frecce Nere fossero affaticati dopo essere stati montati al 13° giro per l’ingresso della seconda safety car causata dall’incidente di Kvyat. Valtteri si era lamentato nel Gp britannico ha funzionato, almeno sulla monoposto numero 16, non su quella di Sebastian. Charles ha uno stile di guida diverso, e ha saputo interpreta­re le modifiche meglio del compagno. «È stato molto bravo nel gestire le gomme — spiega il team principal Mattia Binotto —, sapevamo di avere un vantaggio in qualifica grazie a questa soluzione, ma poi lui ha fatto un bel lavoro dopo. È stato paziente, non ha mai spinto nelle con il muretto per le vibrazioni, gli hanno detto di continuare, forse la Mercedes si è fidata più dei calcoli che dei suoi piloti. E così il finlandese ha concluso con uno zero in classifica, dietro a Sebastian Vettel. Per il ferrarista è stato un fine settimana da dimenticar­e, condiziona­to da guai tecnici e da una lentezza inspiegabi­le. Il paragone con il compagno è impietoso, Charles si è riscattato dopo due gare a vuoto difendendo la posizione di partenza e amministra­ndo le gomme.

Ed è stato svelto a cogliere un podio che in condizioni normali non avrebbe mai raggiunto: «Siamo stati fortunati, sarei stato contento anche di finire quarto». Ma lui ha la capacità di farsi trovare pronto quando serve e con una Ferrari così aiuta, tanto. curve veloci, è andato piano per arrivare in fondo. Ed è stato premiato alla fine». Conoscendo i limiti della Rossa Leclerc non è andato a cacciare Verstappen davanti, imprendibi­le, ma ha pensato a tenere a distanza quelli dietro. Il lato positivo è che la Ferrari è cresciuta rispetto alla mischia di centrocamp­o di McLaren, Renault e Racing Point. Quello negativo è la certezza di «essere dietro a Mercedes e Red Bull», avere prestazion­i «lontane da quelle che vorremmo» e troppi contrattem­pi, come quelli che hanno fermato a lungo in garage Seb al venerdì. «Anche con lui dobbiamo analizzare e trovare qualcosa che gli consenta di spingere». Servono due punte, già da domenica.

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Lewis Hamilton taglia il traguardo del Gp di Gran Bretagna con una gomma distrutta, ha ceduto durante l’ultimo giro. Prima si era rotta quella di Bottas
(Getty Images) In equilibrio Lewis Hamilton taglia il traguardo del Gp di Gran Bretagna con una gomma distrutta, ha ceduto durante l’ultimo giro. Prima si era rotta quella di Bottas
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(Getty Images) Opportunis­ta Charles Leclerc, 22 anni: secondo podio della stagione dopo il secondo posto nel Gp d’Austria

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