Hamilton vince su tre ruote Leclerc porta a casa il massimo
Foratura all’ultimo giro per Lewis, k.o. anche Bottas. Il ferrarista sul podio L’ala e la scommessa Charles ha scacciato l’incubo Silverstone
I fuochi artificiali dopo la calma piatta. La Ferrari risorge a Silverstone grazie a Charles Leclerc con un terzo posto insperato, sul circuito più difficile. Lewis Hamilton su tre ruote al traguardo per l’87esima vittoria, la più incredibile e fortunata. Acrobazie come ai tempi di Jim Clark e di Gilles Villeneuve che non vinse mai così, eppure quel giro da funambolo a Zandvoort nel 1979 è diventato leggenda. A riannodare il filo dei ricordi c’è un cognome nostalgico sul podio insieme al vincitore: Gilles Pironi, figlio di Didier, lavora alla Mercedes e si occupa di affidabilità.
Immagini potenti per raccontare l’epopea di re Lewis, sempre più vicino ai record di Schumacher. Sempre più padrone del Mondiale, anche contro gli imprevisti. Navigava tranquillo lui, in «modalità crociera». Vantaggio siderale
Faceva paura Silverstone, ma adesso la Ferrari può respirare perché metà dell’opera è compiuta. C’è una buona base per affrontare la gara bis di questo fine settimana. Il terzo posto di Charles Leclerc è il frutto di una serie di circostanze fortunate ma anche di scelte indovinate. Il monegasco è stato eccezionale prima nel raggiungere la seconda fila in qualifica e poi in gara nel far durare le gomme con un assetto pensato per recuperare sugli altri, disinnescato pure Valtteri Bottas, mai un pericolo per la verità (piace internamente proprio perché non dà fastidio), la passeggiata inglese è diventata una lotta disperata fra uomo e macchina per completare l’ultimo giro che restava da percorrere fino alla bandiera a scacchi. «Era tutto tranquillo fino a quel momento, poi improvvisamente ho visto la gomma sgonfiarsi. È venuto fuori l’istinto di sopravvivenza — racconta Hamilton —, avevo l’adrenalina a mille. Sono rimasto calmo ma non pensavo che sarei riuscito a percorrere le ultime due curve».
L’anteriore sinistra in frantumi, e l’incubo della beffa. Che non c’è stata. Soltanto perché Max Verstappen è stato richiamato ai box, per prudenza e per il punticino del giro veloce. Quando nel finale le gomme hanno iniziato a cedere, velocità sul dritto. Quella che l’anno scorso veniva data dal motore, e adesso non più dopo l’inchiesta Fia. Era una scommessa basata sulle simulazioni a Maranello, realizzare un’ala posteriore «scarica», il cui vantaggio è quantificabile in un paio di decimi. E pensare che per le particolari caratteristiche del tracciato britannico non sembrava la soluzione ideale, ma per la Ferrari lo era.
L’unica novità significativa prima a Bottas, poi a Sainz, la Red Bull ha preferito non rischiare. Colpa dei detriti sparsi in pista da altre macchine (Raikkonen aveva danneggiato l’ala) o dell’eccessiva usura? Un’indagine della Pirelli cercherà di far luce, ma è un fatto che gli pneumatici delle due Frecce Nere fossero affaticati dopo essere stati montati al 13° giro per l’ingresso della seconda safety car causata dall’incidente di Kvyat. Valtteri si era lamentato nel Gp britannico ha funzionato, almeno sulla monoposto numero 16, non su quella di Sebastian. Charles ha uno stile di guida diverso, e ha saputo interpretare le modifiche meglio del compagno. «È stato molto bravo nel gestire le gomme — spiega il team principal Mattia Binotto —, sapevamo di avere un vantaggio in qualifica grazie a questa soluzione, ma poi lui ha fatto un bel lavoro dopo. È stato paziente, non ha mai spinto nelle con il muretto per le vibrazioni, gli hanno detto di continuare, forse la Mercedes si è fidata più dei calcoli che dei suoi piloti. E così il finlandese ha concluso con uno zero in classifica, dietro a Sebastian Vettel. Per il ferrarista è stato un fine settimana da dimenticare, condizionato da guai tecnici e da una lentezza inspiegabile. Il paragone con il compagno è impietoso, Charles si è riscattato dopo due gare a vuoto difendendo la posizione di partenza e amministrando le gomme.
Ed è stato svelto a cogliere un podio che in condizioni normali non avrebbe mai raggiunto: «Siamo stati fortunati, sarei stato contento anche di finire quarto». Ma lui ha la capacità di farsi trovare pronto quando serve e con una Ferrari così aiuta, tanto. curve veloci, è andato piano per arrivare in fondo. Ed è stato premiato alla fine». Conoscendo i limiti della Rossa Leclerc non è andato a cacciare Verstappen davanti, imprendibile, ma ha pensato a tenere a distanza quelli dietro. Il lato positivo è che la Ferrari è cresciuta rispetto alla mischia di centrocampo di McLaren, Renault e Racing Point. Quello negativo è la certezza di «essere dietro a Mercedes e Red Bull», avere prestazioni «lontane da quelle che vorremmo» e troppi contrattempi, come quelli che hanno fermato a lungo in garage Seb al venerdì. «Anche con lui dobbiamo analizzare e trovare qualcosa che gli consenta di spingere». Servono due punte, già da domenica.