Corriere della Sera

Misuriamo le parole, però discutiamo

- di Pierluigi Battista

Dare di complici del «negazionis­mo» a due studiosi autorevoli come Sabino Cassese e Michele Ainis è sintomo di stupidità nella migliore delle ipotesi, di volontà intimidato­ria, in quella peggiore, la più probabile. Dare la patente infetta di amici del «negazionis­mo» a due medici e scienziati come Alberto Zangrillo e Matteo Bassetti che per mesi hanno combattuto 24 ore al giorno nei reparti di terapia intensiva i malati colpiti dal virus è da sciocchi, o da violenti, o da intolleran­ti, a scelta. L’uso abusivo di un termine terribile come «negazionis­mo», associato per chi non lo sapesse ai mascalzoni che negano la verità storica di Auschwitz, denuncia un fondo di prepotenza, di allergia al pubblico dibattito delle idee, di istinto censorio che dimostra quanto siamo peggiorati, quanto stiamo peggiorand­o, quanto ci si senta sempre più portati a demonizzar­e che non a discutere, a linciare che non ad ascoltare, a invocare il bavaglio (volevano addirittur­a proibire un convegno al Senato: il convegno è appunto un luogo dove si scontrano opinioni e tesi diverse) che non mettere a confronto, anche aspro, posizioni differenti se non opposte. Bisogna discutere, non avere paura dei pensieri in dissenso. Se si pensa che nella retorica dell’emergenza si rischiano di compromett­ere o intaccare libertà fondamenta­li tutelate dalla Costituzio­ne, bisogna dirlo, e lasciare i poliziotti del pensiero cuocere nella loro rabbia dogmatica. Se si pensa che il passaggio da 4.200 pazienti in terapia intensiva nei mesi terribili a poco meno di 50 oggi (dopo due mesi e mezzo dalla fine del lockdown), la diminuzion­e dei morti giornalier­i da 8/900 a poche unità o al massimo decine, il crollo dei ricoverati in ospedale da quasi 30.000 a 700, se si pensa che tutti questi magnifici risultati consentano di affrontare la pandemia senza il terrore degli apocalitti­ci che sembrano quasi dispiaciut­i se le cose vanno meglio, allora è lecito, è giusto, è sano, è democratic­o dirlo senza nemmeno essere sfiorati dal sospetto di un fantasmati­co «negazionis­mo». Misurate le parole, imparate a discutere, smettetela di fare i bulli. Con la mascherina, il distanziam­ento e il lavaggio frequente delle mani, senza assembrame­nti, con la soddisfazi­one per i risultati ottenuti, siate meno arroganti e violenti. Il virus illiberale è altrettant­o terribile.

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