Conte-Inter, non c’è pace (e già si parla di divorzio)
Le dure dichiarazioni di Antonio Conte al termine di Atalanta-Inter creano tensione. Le accuse alla società possono portare a un regolamento dei conti e alla rottura definitiva. Ma prima c’è da disputare l’Europa League. Troppo costoso un esonero. In caso di divorzio consensuale, l’alternativa è Allegri.
Juventus 6+
Stagione non bellissima, resta da capire il finale. Da capire anche le responsabilità della società sul mercato e quelle di Sarri sul campo, chi è stato più vittima e chi protagonista della confusione. Ha vinto uno scudetto con 7 punti in meno, ha perso 7 volte, cosa mai accaduta da quando ci sono i gironi a 20 squadre e i 3 punti. È una squadra bloccata sui suoi solisti che cerca ogni tanto di essere un’altra. Non è riuscita a essere bene nessuna delle due. Ha vinto lo scudetto, straordinariamente il nono, ma per qualità personali, non per ordine o idee.
Inter 7 –
Ha perso meno di tutti, 4 partite, ha fatto 13 punti più di un anno fa, tantissimi a questi livelli. È arrivata a un solo punto dalla Juve, l’anno scorso erano stati 21. È diventata più squadra ma quando serviva meno e il calcio era già rallentato dai ritmi della malattia. Resta un’idea di confusione tattica ben stretta tra le mani di Conte. Non è mai chiaro cosa manchi, ma qualcosa di grosso manca sempre. Ha perso improvvisamente Brozovic lungo la strada e non ha mai trovato davvero Conte. C’è una leadership senza dosi, certamente illuminata ma controversa. Così una buona stagione porta al traguardo una società spaccata. Quando si mette pubblicamente nella discussione anche la proprietà, si è vicini a voler chiudere. Conte sta provando a commissariare l’Inter, ma di forza, senza politica. Zhang non lo perdonerà mai. Marotta nemmeno. Ha criticato prima i giocatori, poi la società, poi il proprietario. Freud direbbe che cerca di essere cacciato. Per quel che lo conosco è una persona seria. Quando esagera è perché è soffocato da se stesso. Rompe i bicchieri per essere visto. Ma ne rompe tanti.
Atalanta 8
Il calcio migliore, il più insistente. Spesso si dice il più moderno, ma nel calcio la modernità non esiste. Il tempo è circolare. Il gioco lo stesso da sempre, le novità sono vecchi cambiamenti che tornano. Il metodo di Chapman è del 1925 ma si riassume in un 3-4-3. Gasperini prende quello che sente da un’era geologica all’altra. La cosa decisiva è che muove contemporaneamente 5-6 giocatori e quasi altrettanti ne porta in area. Peccato per Ilicic e il suo improvviso dolore oscuro.
Lazio 7,5
Ha avuto sfortuna, era l’unica delle prime a non avere le coppe, sarebbe stata la più fresca contro avversari stanchi. Non si è bastata. Ma ha fatto 19 punti più di un anno fa.
Roma 7
Fonseca ha costruito con poco una bella squadra. Dzeko e Mkhitaryan sono fuoriclasse a questi livelli, permettono agli altri di crescere con calma. Le è mancato l’uomo migliore, Zaniolo, una vera differenza. Le manca anche praticità. È una
squadra tecnica, ama giocare, a volte si perde. Ha gettato via le ali (Kluivert e Under) per difendersi a tre. Ha ottenuto di più, piacendo un po’ meno. Ottime prospettive.
Milan 7,5
Ha vinto lo scudetto del dopo lockdown, 30 punti in 12 partite, una proiezione di oltre 90 in un campionato intero. Aveva sbagliato tutto nella prima parte, poi è arrivato Ibrahimovic, un giocatore che non ha niente da invidiare a Messi e Ronaldo. È stato un miracolo di buon senso comune e leadership personale. Mescolandosi hanno tirato fuori la qualità di base che era comunque alta.
Il Milan è definitivamente tornato competitivo. Adesso deve abituarsi ad esserlo.
Napoli 6,5
Era partita con Ancelotti per vincere il campionato, ha vinto la Coppa Italia con Gattuso. Un gioco da finire di costruire. Il migliore, Insigne.
Parma 6,5
Ha fatto benissimo finché serviva. Quando illudeva, è andato in vacanza. L’uomo è Kulusevski.
Sassuolo 7
Ha una qualità da grande squadra ed è allenato benissimo. Giocatori come Locatelli, Boga, Berardi, lo stesso Caputo fanno una differenza netta. Locatelli è stato forse proporzionalmente il migliore di tutta la serie
A. Prende tanti gol, ma diverte sempre.
Verona 7,5
Veniva dalla B, è la vera sorpresa. Juric ed Amrabat i suoi leader.
Fiorentina 6
A proposito di modernità, Iachini ha fatto un finale di stagione stupefacente.
È stato il primo anno del nuovo presidente. Iachini e la società sono stati bravi a riprendere la stagione per i capelli.
Bologna 6,5
Poteva fare di più, ma ha giocato senza allenatore per molti mesi e con un disagio psicologico profondo. Tra i suoi giovani Barrow e Orsolini, scomparso però nel finale.
Torino 6
Ha ritrovato un grande Belotti, ma ha fatto 24 punti in meno dello scorso anno.
Era quasi impossibile migliorarsi. Così però ha sofferto troppo.
Cagliari 4,5
Aveva un’ottima squadra, l’ha persa per strada. Simeone il migliore. È diventato un centravanti completo.
Sampdoria 5
Ha pagato per tutta la stagione l’inizio disastroso, ma è sempre stata meglio di quello che sembrava. Determinanti Gabbiadini e Ranieri.
Genoa 4.5, Lecce 6
Troppa confusione, troppi giocatori impiegati (una quarantina) nel Genoa. Tanta paura come sempre. Tecnicamente il Lecce (voto 6 nonostante la retrocessione) ha giocato meglio e in modo più organizzato. Abbastanza bene Pinamonti.
Udinese 5
Squadra fisica, un po’ lasciata sola dai suoi uomini migliori, De Paul, Fofana, Lasagna, Okaka. Poteva fare di più.