Corriere della Sera

Musica inedita di Ezio Bosso Il pubblico vota le note finali Versioni diverse dei brani del compositor­e: l’omaggio della sua orchestra

- Giuseppina Manin

Lo chiamava «il mio giardino segreto». Giardino magnifico quello di Villa Pennisi a Acireale, dove Ezio Bosso arrivava d’estate per suonare, dirigere, comporre. Tre attività che il grande musicista, scomparso il 15 maggio scorso a 48 anni, ha coltivato tutta la vita, ritrovando in questo luogo magico le condizioni ideali per poterli esercitare: totale libertà artistica, serenità interiore, sintonia umana. Insomma il modo di concepire la musica di Bosso. Che a Villa Pennisi era arrivato grazie alla complicità d’arte e di affetti stabilita con David Romano, spalla dei secondi violini di Santa Cecilia, primo violino della Europe Philharmon­ic Orchestra di Ezio, nonché da 12 anni direttore artistico di un festival speciale, fatto di musica e amicizia, natura e bellezza.

«Con Ezio eravamo amici da 25 anni — racconta Romano —. L’ho conosciuto quando ancora suonava il contrabbas­so. Poi è diventato pianista, poi direttore. E poi la malattia. Io ero quello che in scena lo sollevava dalla sedia a rotelle per sistemarlo sullo sgabello speciale. Quando lo issavo sentivo la sua energia e quando, a fine concerto, lo tiravo giù quell’energia era dieci volte tanto». Aveva sette vite

Bosso, tutte vissute fino all’ultimo respiro. «Compresa quella, intensissi­ma, di compositor­e. Forse la meno nota, la più sorprenden­te. Ha scritto tanto Ezio, dai jingle alle canzoni, dai quartetti alle sinfonie. Tutti conoscono Following a bird, che eseguì a Sanremo, le sue musiche per i film di Salvatores, alcuni brani di album come The 12th

Room… Ma è solo la punta di un iceberg tutto da scoprire».

Un capitolo ricchissim­o del suo patrimonio musicale, in gran parte inedito, composto da brani «aperti». «Aperti non nel senso di incompiuti, ma perché Ezio usava declinarli sui musicisti con cui lavorava proponendo diverse soluzioni. E noi faremo quello che avrebbe fatto lui, proporre al pubblico versioni differenti e chiedere: quale vi piace di più? A completare la musica saranno gli stessi ascoltator­i. Una formula nuova, di creazione collettiva, che rispecchia la sua utopia di un’orchestra metafora di una società ideale». Per questo il concerto del 12 agosto a Villa Pennisi vuol essere, spiega, «l’omaggio a un amico che è andato via attraverso alcune sue composizio­ni più amate. Quanto a me non riesco a smettere d’ascoltare la sua musica, minimalist­a d’impronta, ma ad alto tasso emozionale. Le sue partiture sembrano semplici, eppure dietro c’è un mondo complicati­ssimo. Dove Ezio trasferisc­e i suoi momenti più intimi, il suo amore per la poesia, specie quella di Emily Dickinson».

Il festival di Villa Pennisi, che tra gli ospiti vedrà la pianista Beatrice Rana, il clarinetti­sta Alessandro Carbonare, il violinista Andrea Obiso, si concluderà il 13 agosto con la Pastorale di Beethoven, amatissima da Bosso, trascritta per sei archi da Michael Gottard Fischer e eseguita dal Sestetto Stradivari di David Romano. E per il 13 settembre, giorno del compleanno di Ezio, la «sua» Orchestra Epo sta organizzan­do insieme con Anna Maria Gallizio, ex compagna del Maestro e sua assistente personale, una festa speciale, un progetto annuale e itinerante tutto dedicato alle sue composizio­ni cameristic­he.

Appuntamen­to al festival di Villa Pennisi Il direttore: eravamo amici da 25 anni

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Ezio Bosso con la Europe Philharmon­ic Orchestra da lui diretta. Raggiunse la popolarità nel 2016 grazie al Festival di Sanremo
Vitale Ezio Bosso con la Europe Philharmon­ic Orchestra da lui diretta. Raggiunse la popolarità nel 2016 grazie al Festival di Sanremo

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