Scuola del Patrimonio: Franceschini sceglie Trione
L’accademico guiderà i corsi internazionali del ministero: «Un crocevia multidisciplinare aperto al dialogo nell’interesse del Paese»
Il ministro per i Beni e le Attività culturali, Dario Franceschini, ha nominato Vincenzo Trione alla presidenza della Scuola dei beni e delle attività culturali dal 1° settembre 2020 per quattro anni.
«La Scuola nasce con la missione di formare e valorizzare le tante professionalità della tutela e della gestione del patrimonio culturale con un forte orientamento alla dimensione internazionale», ha detto Franceschini: «Nel ringraziare l’architetto Carla Di Francesco, commissario nell’ultimo anno, auguro buon lavoro a Trione che, sono sicuro, saprà dare un ulteriore impulso alla scuola e traghettarla verso la sua finalità originaria, ossia diventare uno dei principali strumenti per il reclutamento dei funzionari e dei dirigenti del Mibact e rafforzare la diplomazia culturale come strumento di dialogo con le altre culture».
Trione, professore ordinario di Arte e media e di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università Iulm di Milano, dove è preside della facoltà di Arti e Turismo, collaboratore del «Corriere della Sera» e de «la Lettura», commenta così: «Sono grato al ministro per questa importante e impegnativa opportunità. Sto nella Scuola del Patrimonio fin dalla sua fondazione, nel 2016, chiamato nel Consiglio scientifico dalla prima direttrice Maria Luisa Catoni che, con visionarietà, ha pensato questa istituzione. La scommessa era e resta, ancora di più oggi, formare i vertici delle istituzioni artistiche e culturali del nostro Paese. Sono fiero di raccogliere l’eredità di due grandi presidenti come Sabino Cassese e Marco Cammelli».
Ora siamo al definitivo consolidamento della Scuola che ha, ricorda Trione, una doppia anima: «Una italiana, col corso di perfezionamento biennale. L’altra internazionale con la International School of Cultural Heritage rivolta ai funzionari soprattutto dei Paesi del bacino del Mediterraneo ma anche di alcuni Paesi arabi, tra cui l’Iraq». In Italia i corsi sono destinati a chi, avendo già conseguito un dottorato di ricerca in diverse aree disciplinari, sente il bisogno di formarsi ulteriormente puntando anche a ruoli direttivi.
Trione vede la Scuola come un crocevia istituzionale «aperto e dialogico con gli atenei e con le istituzioni museali: essenziale il rapporto con Massimo Osanna, nuovo direttore generale dei Musei. Poi con i ministeri degli Esteri e dell’Università, con il Consiglio superiore dei beni culturali. Sarebbe bello se, nel nome dell’interesse nazionale, finissero le guerre tra Guelfi e Ghibellini che hanno rischiato di incidere su progetti importanti».
Sarà, assicura Trione, una scuola «all’insegna della interdisciplinarietà e multidisciplinarietà, integrando didattica, ricerca e esperienza concreta sul campo nelle varie istituzioni partner, con forti aperture ai media, alle nuove tecnologie, all’economia della cultura».