Corriere della Sera

Scontri a Beirut La folla occupa due ministeri

- di Lorenzo Cremonesi Muglia

Imanifesta­nti a Beirut urlano «rivoluzion­e». Sono tanti in piazza. Sassi e lacrimogen­i. Occupati due ministeri. Slogan contro il leader di Hezbollah e il presidente Aoun. Il premier: ora voto anticipato. Vittime e molti feriti negli scontri.

«Ipatiboli allestiti in piazza per i nostri governanti sono finti ma la volontà di metterli fuori gioco è reale». Joumana Haddad parla al Corriere da Beirut mentre si accinge a tuffarsi nell’oceano di manifestan­ti in piazza dei Martiri. «Devono andarsene. Non abbiamo armi come loro per forzare la situazione ma se non si ritirano io poetessa e attivista per i diritti umani sarei pronta a ucciderli con le mie mani, e come me altri». Per giorni attonita dopo la catastrofe, usa ora una iperbole la scrittrice libanese, una delle donne arabe più influenti

Sopravviss­uta

«Sono viva per miracolo, è saltato un incontro nella sede della mia ong: l’ufficio è stato distrutto»

per il suo attivismo culturale e sociale, fondatrice oltre 10 anni fa della prima rivista nel mondo arabo dedicata al corpo, e nota per le lotte e i saggi in difesa dell’emancipazi­one femminile. Nel suo ultimo romanzo The seamstress’ daughter (la figlia della sarta, non ancora in Italia, l’ultimo tradotto, per Mondadori, è Superman è arabo) racconta la storia di sua nonna armena, scampata al genocidio del 1915 e poi morta suicida durante la guerra civile in Libano quando lei aveva 7 anni. «È come se questa parte di mondo fosse segnata da un destino, morire e poi rinascere, per poi morire di nuovo... per quante volte ancora? Ci sarà un limite» sospira. «Sa che sono viva per miracolo? Martedì, dopo la registrazi­one del mio programma per Al Horra Tv, alle 18 avrei dovuto ritrovarmi con una cinquantin­a di giovani nella sede della mia ong. Non siamo andati perché l’incontro è saltato per via del Covid: il mio ufficio è stato distrutto».

Lei chiama la protesta in corso «rivoluzion­e». In cosa è diversa da quelle del passato?

«Per la prima volta in piazza si sentono slogan laici, non confession­ali, come “siamo tutti libanesi”. Prima invece si parlava dei diritti dei cristiani, dei musulmani e via così. Vogliamo che il Parlamento si sciolga e che si arrivi a nuove elezioni».

Sono passati soltanto due anni dal voto

che ha sancito la forza di Hezbollah.

«Sono fiduciosa che non si ripeterà quanto accaduto nel 2018 quando il 50% della gente — i disillusi dalla politica — non ha votato. Io mi ero candidata ed ero stata eletta. Poi il contrordin­e: c’era stato un errore nei conteggi, dovevo farmi da parte. Ho perso il ricorso alla Corte costituzio­nale, i giudici sono politicizz­ati. Siamo nelle mani di una piovra e ovunque ti giri trovi i suoi tentacoli».

I principali leader libanesi non vogliono l’inchiesta internazio­nale.

«Certo che non la vogliono, sarebbe la loro fine. Hezbollah comunque direbbe che non è indipenden­te, come hanno già fatto con l’inchiesta sull’omicidio Hariri. Che coincidenz­a tra l’altro questo massacro a pochi giorni dalla sentenza. La strage ha deviato l’attenzione da un verdetto che si sa sarebbe stato nocivo per loro».

Ha il dubbio si sia trattato di un attacco?

«Prima ancora della causa dell’esplosione, vorrei sapere com’è stato possibile stoccare in mezzo alla gente del materiale così pericoloso. Questo è il primo crimine e nessuno si è ancor assunto delle responsabi­lità. Sono stati arrestati dei pesci piccoli, noi non vogliamo che paghino loro il conto di quelli grandi».

Lei parla al plurale, il movimento di protesta è compatto?

«No, sono diversi gruppi di resistenza, senza leadership. Per lo più giovani, alcuni venuti da fuori città anche per aiutare a ripulire le strade dai detriti».

Manca una lista ufficiale delle persone scomparse, come mai?

«Banale incompeten­za. Sa che persino la madre di uno dei 10 pompieri rimasti uccisi nell’esplosione ha appreso dalla tv della morte del figlio?».

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Joumana Haddad, 49 anni, scrittrice e attivista libanese. Il suo ultimo libro pubblicato Italia è «Superman è arabo» (Mondadori)
Autrice Joumana Haddad, 49 anni, scrittrice e attivista libanese. Il suo ultimo libro pubblicato Italia è «Superman è arabo» (Mondadori)

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