Licenziato Sarri, la Juve a Pirlo
Svolta dopo la sconfitta in Champions. Fuori anche il Napoli
L’estate juventina delle prime volte termina con quella più clamorosa: Andrea Pirlo, con un contratto biennale, diventa l’allenatore bianconero al posto di Maurizio Sarri senza essersi mai seduto per un giorno su una panchina, nemmeno delle giovanili. Una scelta senza precedenti, per una società entrata ormai da tempo «in un territorio inesplorato, perché nessuno ha mai vissuto queste situazioni» come sottolinea il direttore Fabio Paratici, che aggiunge: «Pensiamo che Pirlo possa essere un predestinato».
La scelta dell’ex campione che ha chiuso in lacrime la carriera juventina con la finale di Champions 2015, ricalca le orme di Zidane e Guardiola, ma anche in quel caso qualche panchina di prova era stata fatta. Pirlo avrà Roberto Baronio come vice, il match analyst Antonio Gagliardi in arrivo dalla Nazionale, forse anche Alessandro Matri nello staff. E in società, dove i cambiamenti riguardanti Paratici e la promozione di Federico Cherubini potrebbero essere solo rinviati alla chiusura del mercato, Andrea potrebbe anche ritrovare una vecchia conoscenza milanista come Ariedo Braida.
Se nove scudetti di fila non si sono mai visti, sono del tutto inediti anche due esoneri consecutivi di due tecnici appena diventati campioni d’Italia: il terreno, oltre che inesplorato, quindi è anche piuttosto pericoloso, una sorta di Far West dove vince il più forte (Ronaldo) mentre il più debole (Sarri) abbandona la scena, nella freddezza generale. Come avvenuto ieri in tarda mattinata alla Continassa, quando Agnelli ha comunicato la decisione al tecnico che ha ancora due anni di contratto a 6 milioni netti e considerava la vittoria dello scudetto un’impresa, visto il logorio di una delle «rose più vecchie d’Europa» (definizione dello stesso presidente).
Prendere CR7 — con tutto quello che l’investimento ha comportato dal punto di vista economico e tecnico — per uscire ai quarti e agli ottavi di Champions con Ajax e Lione, rappresenta però un doppio passo falso inaccettabile, che rischiava di deprimere in modo irreversibile l’ambiente e anche lo stesso Ronaldo. Così, in nome dell’entusiasmo invocato da Agnelli, della rapidità e anche dei costi più contenuti rispetto a nomi come Zidane e Pochettino, la scelta da pioniere è tutta del presidente, che già venerdì notte dopo l’eliminazione contro il Lione aveva confermato il gruppo dirigente, ma allo
La società
Grazie a Sarri per aver scritto una nuova pagina della nostra storia con la vittoria del nono scudetto consecutivo. Crediamo che Pirlo abbia le qualità per inseguire nuovi successi
Ronaldo
Ora è tempo di riflettere, è tempo di analizzare gli alti e bassi. Un grande club come la Juventus deve sempre pensare di lavorare come se fosse il migliore del mondo
Ingaggiato pochi giorni fa, il neo tecnico passa dall’Under 23 alla serie A: ingaggio biennale
stesso tempo aveva fatto capire che il pallino tornava del tutto in mano sua.
Finora l’incontro tra due aziende come la Juve e Ronaldo ha stritolato due allenatori e la scelta di Pirlo, campione universale, può anche essere funzionale in questo senso, per provare a parlare la stessa lingua dell’asso portoghese: «Ora è tempo di riflettere e di analizzare gli alti e bassi, perché il pensiero critico è l’uni
La decisione è di Agnelli che ha accantonato le opzioni di Zidane e Pochettino
co modo per migliorare — ha scritto ieri Ronaldo, in un lungo post nel quale non cita mai Sarri — . Un grande club come la Juventus deve sempre pensare e lavorare come se fosse il migliore del mondo, così che possiamo definirci uno dei migliori e più grandi club del mondo».
Farlo con troppi giocatori che Allegri e Sarri consideravano logori e con la pancia piena, però è impossibile, anche per Pirlo. I tempi ridotti per l’inizio della nuova stagione e l’impossibilità di fare grossi investimenti aumentano il coefficiente di difficoltà.
Ma Pirlo arrivò alla Juve reduce da due settimi posti e il primo giorno fu accolto dal grido di Conte: «È ora di smetterla di fare schifo!». Conoscere bene quello spirito da pionieri può tornargli utile.