Le manovre di Mosca contro Biden (preferito da Pechino)
La Cina «non vuole la riconferma di Trump». La Russia «sta usando diversi strumenti per denigrare Biden». William Evanina, direttore del National Counterintelligence and Security Center, aggiorna la mappa delle interferenze nelle elezioni americane. Evanina è una figura di spicco della National Intelligence, l’agenzia di coordinamento cui fanno capo le 16 agenzie dei servizi segreti Usa. Nei mesi scorsi ha informato il Congresso, con una serie di briefing riservati. Venerdì 7 agosto, però, ha spiegato pubblicamente qual è la situazione. Primo punto: attenzione al nuovo atteggiamento di Pechino. «Sebbene la Cina continui a soppesare i rischi e i benefici di un’azione aggressiva, la sua narrazione pubblica è diventata sempre più aggressiva nei confronti dell’amministrazione in carica, criticandone la gestione del Covid 19, la chiusura del consolato cinese di Houston e altre questioni». Secondo Evanina i vertici cinesi non considerano più Trump «un interlocutore affidabile» e avrebbero avviato una campagna per danneggiarlo. Secondo passaggio: la Russia si muove per danneggiare il candidato democratico Joe Biden. L’ostilità nei suoi confronti risale all’epoca in cui era il vice presidente di Obama. Tra il 2013 e il 2014 gli Usa appoggiarono la rivoluzione ucraina e condannarono l’annessione russa della Crimea. Gli agenti del Cremlino starebbero utilizzando «un ampio ventaglio di strumenti per diffamare Biden» sui social. Evanina avverte che «un parlamentare ucraino filo russo, Andriy Derkach, sta diffondendo illazioni su casi di corruzione per compromettere Biden». Derkach è in contatto con Giuliani, avvocato personale di Trump.