Balletto in divisa, la tenente accusata «Nulla di male, perché punirmi?»
Taranto, la Marina avvia l’azione disciplinare
Prima il giuramento concluso a passo di danza, poi il procedimento disciplinare. Tutto nel giro di due giorni. Al centro di questa storia c’è una tenente di vascello della provincia di Pescara, considerata la coreografa di quel balletto messo in scena sulle note del tormentone estivo Jerusalema, motivetto che spopola su TikTok ma non ha evidentemente fatto breccia nel cuore delle alte sfere della Marina militare. «Non ho fatto niente di male, non ho gettato alcun discredito sulle forze armate», ha precisato l’ufficiale al suo avvocato, Giorgio Carta. Il quale dice chiaro e tondo di essere preoccupato: dichiara che «in ballo c’è una carriera», spiega che «un’azione di rigore può arrecare gravi conseguenze anche sulla libertà personale», ma allo stesso tempo si mostra fiducioso. «Mi auguro che alla fine i vertici militari ci ripensino», confida il legale.
Intanto, mentre viene messa a punto la strategia difensiva, sul web continuano a rincorrersi le immagini di quel video girato nel cortile assolato della caserma della scuola sottufficiali di Taranto, città che da sempre si identifica con la Marina.
Nelle immagini, girate con uno smartphone giovedì scorso durante il giuramento dei volontari in ferma annuale, si nota la tenente di vascello che si posiziona dinanzi ai plotoni. Divisa bianca, sciarpa azzurra, sciabola ben stretta nella mano destra e fodero nella sinistra. All’improvviso però irrompe la musica, l’ufficiale mostra le mosse da eseguire e la truppa esegue.
Il tutto si conclude con un auto-applauso liberatorio. Ma la cosa non è finita lì. E, soprattutto, non è passata inosservata. Al contrario, appena il video ha cominciato a macinare visualizzazioni sul web, lo scenario è cambiato. Al punto che è partita la comunicazione dell’avvio di un procedimento disciplinare di rigore nei confronti dell’ufficiale.
«Quando lo ha saputo era molto meravigliata», dice l’avvocato Carta. Lei — aggiunge —, madre di un bambino di cinque anni, «si è sempre dedicata col massimo impegno al suo lavoro, non avrebbe mai immaginato che un momento spensierato di fine corso potesse portare a una cosa del genere».
Evidentemente però, la percezione tra gli alti ranghi della Marina è stata un’altra. Tanto che i promotori dell’azione disciplinare bollano il balletto come «deplorevole nella forma e nella sostanza» e «altamente lesivo dell’immagine della forza armata».
Il legale tiene a sottolineare come tutto si sia svolto in uno scenario particolare. «A causa del Covid — dichiara — il giuramento si è tenuto a porte chiuse, i militari non hanno mai avuto la libera uscita e non hanno potuto trascorrere la giornata insieme ai parenti». L’ufficiale, prosegue l’avvocato, «ha solo cercato di rinfrancare lo spirito di tante giovani reclute sottoposte a eccezionali precauzioni e a isolamento dal resto del mondo». Come dire: il goliardico balletto finale sulle note di un tormentone estivo avrebbe dovuto semplicemente allentare la tensione.
Peraltro non sarebbe la prima volta che accade. «La stessa Marina militare — ricorda Carta — ha pubblicato pochi anni fa un analogo video musicale, molto apprezzato da tutti per il suo significato goliardico e umanizzante, una consuetudine che ha il solo scopo di avvicinare le donne e gli uomini in divisa al cuore della gente». «L’effetto — conclude — è quindi del tutto opposto alla contestata lesione di immagine».