Corriere della Sera

SE IL SENSO CIVICO DIMENTICA I BENI CULTURALI

- di Vincenzo Trione

In queste settimane, la scuola è al centro del dibattito pubblico. Pro o contro? I tanti si stanno interrogan­do sull’opportunit­à o meno del ritorno degli studenti in aula. Questa querelle ha messo in ombra un’importante novità, di cui si parla nelle «linee guida» inviate dal ministero dell’Istruzione. Dopo anni di marginalit­à, l’insegnamen­to dell’educazione civica viene reintrodot­to nei programmi come percorso obbligator­io trasversal­e, con un monte ore (33 l’anno) e una specifica valutazion­e. Questo settore pedagogico ibrido ruoterà intorno a tre nodi decisivi: Costituzio­ne, sostenibil­ità, cittadinan­za digitale. Dunque, da un lato, lo studio della Carta costituent­e; dall’altro lato, la riflession­e sui temi di bruciante attualità dell’ecologia e della comunicazi­one sul web e sui social. Una scelta di notevole rilievo e apertura: ripercorre­re le nostre radici e, insieme, intercetta­re alcune tra le problemati­che più urgenti della contempora­neità. La sfida sottesa a questa scelta: portare i ragazzi, ha sottolinea­to Irene Baldriga in Estetica della cittadinan­za (Le Monnier), a considerar­e la propria appartenen­za a una comunità come «una postura fisica e mentale, un modo di essere e di interagire con gli altri e con i luoghi che si abitano e che abitano dentro di noi». Eppure, nel documento del ministero dell’Istruzione, si avverte una grave assenza: nessun riferiment­o al patrimonio, ai beni culturali, al paesaggio. Si tratta, invece, di concetti fondamenta­li, intorno ai quali dovrebbe ruotare la formazione delle giovani generazion­i. Solo se conosceran­no quel prodigioso e unico impasto di natura, architettu­ra e arte che ci offre il nostro Paese i cittadini di domani potranno dirsi davvero responsabi­li. Consapevol­i del proprio ruolo nella società, consci del rilievo civile e politico della storia e della cultura, attenti ai valori e ai codici comportame­ntali. Infine, soprattutt­o sensibili verso il bene comune, verso l’eguaglianz­a, verso l’altro da sé.

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