Corriere della Sera

Tim ha l’esclusiva per Oi in Brasile fino a martedì

Il gruppo italiano, in cordata con Telefonica e Claro, ha alzato l’offerta a 2,7 miliardi

- Giuliana Ferraino

Tim accelera in Brasile. Il gruppo guidato da Luigi Gubitosi, in cordata con Telefonica e Claro, dopo aver portato a 2,7 miliardi la propria offerta, ha ottenuto da Oi un’esclusiva per la negoziazio­ne valida fino all’11 agosto.

L’accordo — spiega Tim Brasil, la controllat­a della società italiana nel Paese sudamerica­no — punta a garantire «sicurezza e celerità» alle trattative in corso tra gli offerenti e il gruppo Oi e a consentire che, una volta concluse «in modo soddisface­nte» le trattative tra le parti, gli offerenti possano, previa autorizzaz­ione di Oi Group, essere prequalifi­cati come «stalking horse» (primo proponente) nella gara per la vendita degli asset di telefonia mobile detenuti da Oi Group, assicurand­o loro il diritto di pareggiare altre proposte pervenute nel frattempo. Il contratto prevede il suo rinnovo automatico per periodi uguali e successivi, salvo diversa indicazion­e di una parte.

Lo scorso 11 marzo Tim e la spagnola Telefonica, che in Brasile gestisce Vivo, attraverso le loro controllat­e avevano presentato a Bank of America

Merrill Lynch, consulente finanziari­o di Oi, il loro interesse ad avviare le negoziazio­ni per l’acquisizio­ne congiunta del gruppo, in tutto o in parte.

Oi è il quarto operatore del mercato brasiliano ed emerge da una richiesta di protezione fallimenta­re da 19 miliardi, la più grande richiesta nella storia da un’azienda brasiliana, presentata nel giugno 2016.

Quest’anno, nel primo trimestre l’operatore ha registrato ricavi netti in calo del 7% rispetto al primo trimestre 2019 e anche il margine operativo lordo è in frenata.

Per Vivendi, primo azionista di Tim con il 23,9%, l’operazione ha un sapore speciale, visto che tutto è cominciato in Brasile nel 2015, con la cessione da parte del gruppo francese dell’operatore in fibra brasiliano Gvt a Telefonica per 4,6 miliardi di euro cash e l’8,3% di Telecom Italia, oltre all’opzione di salire fino al 15% a fronte della cessione della quota del 7,4% di Vivo in suo possesso imposta dall’Antitrust.

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