Corriere della Sera

Nek: «Dopo 30 anni per la prima volta da solo sul palco»

Tour chitarra e voce: racconto vita e carriera

- Andrea Laffranchi

Ci ha messo 30 anni per andare sul palco da solo. Per Nek questa è un’estate solo voce e chitarra. Una serie di concerti (il prossimo l’11 a Majano, Udine) ridotti all’essenziale per sostenere i lavoratori dello spettacolo in crisi. «È la prima volta in assoluto in cui ho la gestione totale del palco, dei tempi e dello spazio. Ho fatto la gavetta sempre in duo o con una band. Da solo sul palco ci sono stato forse in qualche serata di inizio anni 90 dove cantavo su base».

Che spettacolo è?

«Ripercorro la mia carriera cronologic­amente. Dagli esordi all’ultimo album. Mischio canzoni, racconti, aneddoti... Faccio anche un paio di cover tra cui quella di “Take Me Home, Country Roads” di John Denver: la prima canzone che imparai alla chitarra e da cui nacquero i Winchester un duo di cover».

Un aneddoto inedito?

«Credo di non aver mai raccontato come è nata ”Dimmi cos’è. Era rovesciata: la strofa era l’inciso e viceversa. Mi presentai a Sanremo Giovani nel '96. Non passai, ma a Pippo Baudo piacque e fu lui a suggerirmi di cambiarla. Da lì si è aperta la porta dello special e il pezzo si è completato da solo».

Non è un gioco di parole... c’è «Laura non c’è»?

«Sarei linciato se non facessi tutti i successi. La faccio cantando in spagnolo, francese, inglese. È stata cantata in tutte le lingue, anche in greco e olandese ma lì non ho ancora imparato la pronuncia...»

Com’è cantare davanti a un pubblico distanziat­o per il regolament­o anti-covid?

«Anche se all’inizio sembrano tutti appena usciti dal coma ci mettono poco a ritrovare il coraggio di manifestar­si. Non mi è arrivata una sensazione di distacco. Sono anche sceso in platea, c’era un ordine rigoroso, ma in questo contesto ci sta, un concerto chitarra e voce è qualcosa di intimo. È meraviglio­so suonare così, in totale libertà, poter scegliere come e quando parlare, come dosare gli elementi dello spettacolo».

Come è nata l’idea di queste date?

«Era da tempo che pensavo a qualcosa solo voce e chitarra, lo one man show mi ha sempre affascinat­o. Quando mi hanno chiesto se volevo fare qualcosa per aiutare Music Innovation Hub, il fondo che si occupa dei lavoratori dello spettacolo in crisi, ho capito che era il momento giusto. Essendo io solo e senza cachet le forze economiche vanno tutte in quella direzione».

In questo «Solo: chitarra e voce» parla molto. Lo scorso anno ha lavorato in radio. Il 6 settembre condurrà una

Acustico

puntata speciale dei Music Awards su Rai1. Nek presentato­re?

«Mi piace provare a utilizzare linguaggi diversi. Da quando ho fatto Amici con JAx questa idea non mi ha abbandonat­o. Nello speciale racconterò un viaggio in moto da Sassuolo, la mia città, all’Arena di Verona, luogo dell’evento durante il quale incontro quelli che stanno dietro le quinte della musica».

Da quando la passione per la moto?

«Dai 40 anni: vado spesso in giro con un gruppo di biker».

Chi è più bravo fra lei e Pezzali, sulle due ruote ovviamente?

«Max è più esperto, guida da anni e ha anche una concession­aria. Mi ha convinto lui a passare alle Harley».

Condurrà uno speciale musicale su Rai1: «Amo sperimenta­re linguaggi diversi»

Ripercorro la carriera in ordine cronologic­o. Agli esordi fu Pippo Baudo a suggerirmi di invertire strofa e ritornello per «Dimmi cos’è»: funzionò

Da quando ho compiuto 40 anni mi è venuta la passione per la moto Max Pezzali mi ha fatto innamorare delle Harley Davidson: lui è più esperto

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Nek, vero nome Filippo Neviani, durante «Solo: chitarra e voce» (foto Luca Brunetti)

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