«Techetechetè», il programma d’archivio che piace anche ai giovani
L’appuntamento del cuore dell’estate è, come da tradizione, Techetechetè, la trasmissione di Rai1 che trasforma in ascolti il preziosissimo tesoro custodito con grande cura da Teche Rai, e in gran parte digitalizzato. Quest’anno a Techetechetè si è dovuto ricorrere anche prima dell’estate, con alcune puntate in onda già da marzo e poi, settimanalmente, nei mesi successivi: nell’emergenza Covid il grande archivio ha rappresentato un’àncora di salvezza, con molte produzioni bloccate. Poi è stata la volta della consueta programmazione estiva: dall’inizio di luglio, il programma è andato in onda tutti i giorni, nel consueto orario dell’«access prime time», subito dopo il tg più seguito.
Gli spettatori medi dell’edizione di quest’anno sono, fino ad ora, 3.320.000 (17,4% di share media), ovvero oltre 120 mila spettatori medi in più rispetto al periodo omogeneo dell’estate 2019. La puntata più vista di quest’anno è naturalmente quella del 6 luglio, quando la Rai ha reso un doveroso omaggio al maestro Ennio Morricone (4.276.000 spettatori, per una share del 20,5%), con immagini (e suoni) indimenticabili. Il pubblico di Techetechetè rimane piuttosto trasversale: il programma piace più alle donne (19,7% di share) rispetto agli uomini (14,1%), e naturalmente sa catturare l’attenzione dell’audience più abituale di Rai1, col 18,2% di share media fra gli spettatori con più di 55 anni e il 26% fra gli ultra 65enni. Ma anche nelle fasce d’età più giovani funzionano gli spezzoni rimontati di una televisione «mai vista»: colpisce in particolare il 12% di share fra i 15-24enni, che quella tv non conoscono. Molto trasversali anche i livelli di istruzione, da quelli elementari (25% di share) ai laureati (16%). Insomma, è in onda il passato spettacolare che unisce l’Italia. (a.g.)