Tutte le incognite per la Juve di Pirlo
La scommessa Ieri summit in società per il nuovo tecnico bianconero: il budget è ridotto Quei «7-8 giocatori da cambiare» per la Juve I tempi stretti per il debutto (senza De Ligt), il mercato fino al 5 ottobre: quante incognite
Un anno fa, di fronte a Massimiliano Allegri, la valutazione fatta dalla società sui giocatori della Juventus da cambiare si aggirava su «cinquesei» elementi. Adesso, come è emerso nella fredda e rapida cerimonia degli addii riservata a Maurizio Sarri e al suo gruppo di lavoro, gli esuberi sono aumentati «a sette-otto». In entrambi i casi si è scelto di cambiare l’allenatore invece dei giocatori: l’anno scorso in nome dell’estetica, questa volta in nome dell’entusiasmo da ritrovare e di un «gioco europeo» (Paratici dixit), che vuol dire tutto e niente.
Andrea Pirlo ieri ha vissuto il suo primo vertice di mercato a casa Agnelli ed è «contento e orgoglioso di ricevere tanta stima e fiducia. Pronto per questa fantastica opportunità». Ma tra campo e panchina, dove lo staff andrà per forza arricchito con elementi di esperienza, i nodi che si trova ad affrontare il nuovo — nuovissimo — allenatore della Juventus sono tanti.
E riguardano soprattutto i giocatori che ci sono, prima ancora di quelli che potranno arrivare. Se nessuno è davvero incedibile, cambiarne «setteotto» (De Sciglio, Danilo, Rugani, Khedira, Matuidi, Bernardeschi, Higuain, Douglas Costa è una lista credibile) sarà molto dura per la Juve, considerati i tempi stretti, la scarsa capacità di spesa e anche la svalutazione di eventuali pedine di scambio, come Bernardeschi o Costa.
Ringiovanire quella che Andrea Agnelli ha definito dati alla mano una «delle rose più vecchie d’Europa» resta il punto di partenza. E gli arrivi di Kulusevski e Arthur sono segnali incoraggianti in questo senso, soprattutto nel primo caso. Ma la Juventus che sogna Tonali e Zaniolo ha necessità assoluta di un regista (in Spagna ipotizzano Kroos e 50 milioni per Dybala al Real, ma non sembra un affare) e di un centravanti. Milik, anche senza Sarri, resta un profilo valido: in scadenza tra un anno con il Napoli, età giusta (26 anni), capacità di sacrificio fuori area e anche lo status giusto per accettare la panchina se devono giocare Dybala e Ronaldo senza centravanti.
L’altro nodo ha i colori della bandiera portoghese. In Francia
Contento e orgoglioso per la stima, sono pronto per questa fantastica opportunità
rilanciano un incontro imminente tra Leonardo e Jorge Mendes per studiare il trasloco al Psg di Cristiano: l’arrivo di Pirlo cambia però le cose e dovrebbe raffreddare i bollenti spiriti dell’entourage e della famiglia di CR7. Tutto questo mentre Dybala, uscito rivalutato dall’annata con Sarri, scriveva un messaggio di saluto al vecchio allenatore a differenza dello stesso Cristiano o di Gigi Buffon che ha accolto scherzosamente Pirlo.
Il rapporto con i senatori, suoi ex compagni, sarà d’aiuto
al nuovo tecnico ma anche un vincolo da maneggiare con cura, perché lavoro e amicizia non sempre seguono gli stessi binari. E comunque il senatore più importante resta Ronaldo. Che piaccia o no.
I problemi pratici poi non sono pochi: tra un paio di settimane la stagione riprenderà (con il mercato che apre l’1 settembre), ma la maggior parte degli juventini partirà subito con le Nazionali in campo a inizio mese. Quindi per il debutto in campionato del 19 i tempi sono cortissimi. Pirlo non potrà contare inizialmente su De Ligt, che deve operarsi alla spalla. E partirà con una squadra che sarà un cantiere aperto fino alla chiusura del mercato (5 ottobre). L’elmetto in testa è obbligatorio. La pazienza anche. A Torino ne sarà rimasta un po’?