Corriere della Sera

Tania: niente Giochi, sarò ancora mamma

Cagnotto rinuncia alle Olimpiadi di Tokyo: carriera o famiglia? Ho scelto la vita

- di Gaia Piccardi

«Carriera o famiglia? Ho scelto la vita». Tania Cagnotto, 35 anni, è l’unica donna italiana ad aver vinto una medaglia d’oro mondiale nei tuffi. Ma di medaglie al collo nella sua carriera ne ha messe tante. Oltre sessanta. E ora ha deciso di non partecipar­e ai Giochi olimpici di Tokyo. «Sarò ancora mamma», dice l’atleta delle Fiamme Gialle, che già ha una bimba, Maya, di due anni.

Un tuffo, certo, la specialità della casa. Ma nella vita, non nel cloro. Tania Cagnotto, 35 anni, figlia d’arte, oro mondiale dal trampolino, argento e bronzo olimpico, madre di Maya (2 anni) e moglie di Stefano, ha scoperto di essere di nuovo incinta: voleva puntare a Tokyo, nell’individual­e e nel sincro con l’amica Francesca Dallapè, sarebbe stata la sesta Olimpiade, prima da mamma, invece si prepara ad accogliere la novità più bella. «È un figlio cercato. Ho lasciato che le cose accadesser­o. Se è successo significa che doveva andare così».

Tania, fino al lockdown sembrava che in testa avesse solo i Giochi olimpici.

«Io e Francesca ci stavamo allenando bene, i meccanismi dei movimenti stavano tornando. Poi la pandemia e la quarantena, che nessuno pensava fosse così lunga. Siamo due atlete di 35 e 34 anni, reduci dalle gravidanze: rientrare non sarebbe stato facile. Sensibilit­à con l’acqua, forma fisica, sincronism­i: durante il lockdown, lontane dalla piscina, abbiamo perso tutto».

Poi la decisione di posticipar­e Tokyo al 2021.

«Inevitabil­e, ma per me è stata una batosta. Ho sentito la luce spegnersi. Difficile, a quel punto, ritrovare la voglia di fare sacrifici per un altro anno e senza garanzie: si faranno i Giochi in Giappone?».

Nessuno può saperlo.

«Vero, ma sono partiti certi pensieri: se aspetto, poi a 36 anni il secondo figlio arriverà? La pausa del lockdown mi ha fatto riflettere su valori e priorità. L’Olimpiade, poi, era un progetto di Francesca: se non me l’avesse proposto lei, a me non sarebbe mai venuto in mente».

Rio 2016, d’altronde, si era chiuso come una favola.

«Argento in coppia, bronzo individual­e: un romanzo bellissimo. L’Olimpiade da mamma sarebbe stato un regalo

Coraggio e fiducia a me stessa: con le medaglie in tasca, per la prima volta in vent’anni avrei potuto allenarmi senza pressioni. Ritagliare tempo per me, tornare a sognare... L’idea mi era piaciuta. Però poi è intervenut­o il destino».

Come l’ha presa Dallapè?

«Prima ancora di sapere della nuova gravidanza ho sentito subito di non avere più la fiamma né la forza. Un’Olimpiade non si può sottovalut­are: richiede ogni goccia di energia, mentale e fisica. E poi Tokyo non potrà mai essere più bella di Rio. Quando le ho detto che ero incinta, Francesca ha sorriso: Tania, nella tua situazione anch’io sceglierei un figlio. Ho letto un lampo di sollievo nei suoi occhi: anche lei, in fondo, ha voglia di cambiare vita».

E nonno Giorgio, leggenda dei tuffi italiani, come ha reagito?

«È al settimo cielo, come mamma Carmen: non è mai stata d’accordo che io ricomincia­ssi a tuffarmi».

Esultano le giovani rivali che ambiscono ai Giochi: Elena Bertocchi e Chiara Pellacani hanno strada libera.

«Finalmente Tania la vecchietta si toglie di torno! Sono felice per loro: se adesso abbassano la guardia, però, mi arrabbio!».

Tra la carriera e la famiglia, scelgo la vita Il virus mi spaventa però la voglia di futuro vince su qualsiasi paura

Insieme all’Olimpiade sfuma il sogno di essere presa in consideraz­ione dal Coni come portabandi­era dell’Italia in Giappone...

«Aspiravo a questo grande orgoglio, anche solo essere entrata tra i candidati è stato bello. Ora tifo per Elisa Di Francisca perché so quali sacrifici richieda allenarsi da mamma e per Greg Paltrinier­i, che nel nuoto ci ha dato tanto. Sarebbe bello che la bandiera tricolore in Giappone fosse portata da una coppia di atleti azzurri».

Ci sono anche i tifosi a cui spiegare la sua scelta, quei quasi 400 mila followers su Instagram.

«Sono sempre stata aperta e onesta con loro, capiranno. Così come gli sponsor che avevano creduto nel mio ritorno ai tuffi. Mi dispiace».

Maschio o femmina?

«Ancora non sappiamo. Maya ha chiesto una sorellina, a me piacerebbe un maschietto, per Stefano è indifferen­te. Sono cresciuta figlia unica e sono stata benissimo ma voglio dare a Maya qualcuno con cui diventare grande in questo mondo complicato».

Un atto di coraggio.

«Un bel messaggio da passare. Tra carriera e famiglia, scelgo la vita. Il futuro vince sempre su qualsiasi paura. Spero che la pandemia passi e che le Olimpiadi si facciano: per gli atleti vedersele sfilare dal Covid sarebbe terribile».

Tania ora che è davvero finita, si può fare un bilancio definitivo. Come vorrebbe essere ricordata dallo sport italiano tra cent’anni?

«Come un’atleta che non si è mai arresa: alla quinta Olimpiade, dopo 15 anni di folle inseguimen­to, ho vinto la medaglia che volevo. È ciò che vorrei trasmetter­e ai giovani: senza lavoro i risultati non arrivano e ci vuole pazienza. Ecco, mi piacerebbe che i miei figli ereditasse­ro la mia determinaz­ione: senza, in questo mondo, non si va da nessuna parte».

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Tania Cagnotto a Torino nel 2017
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Tania Cagnotto, 35 anni, atleta delle Fiamme Gialle, in montagna assieme al marito Stefano e alla figlia Maya, 2 anni
(Ansa) Famiglia Tania Cagnotto, 35 anni, atleta delle Fiamme Gialle, in montagna assieme al marito Stefano e alla figlia Maya, 2 anni

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