Corriere della Sera

«Licenziame­nti, il blocco non è un rischio»

La ministra del Lavoro Catalfo: non ho condiviso le parole anti-proroga di Confindust­ria

- di Lorenzo Salvia

«Non ci sono vinti e vincitori. Abbiamo trovato una buona mediazione per accompagna­re imprese e lavoratori fuori dall’emergenza». Il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo difende la soluzione trovata nel decreto legge «Agosto», con la fine del blocco dei licenziame­nti spalmata tra metà novembre e fine dicembre. Ma non ha dimenticat­o l’attacco di Confindust­ria, contraria a ogni proroga perché «pietrifica l’economia». «È un’opinione che rispetto ma che non mi trova d’accordo — dice —. Ricordo che la cassa è un aiuto non solo per i lavoratori ma anche per le imprese, che possono tenere i dipendenti senza sostenerne il costo. In più abbiamo aiutato le aziende con i contributi a fondo perduto, il taglio dell’Irap, il pagamento dei debiti pregressi della Pa, il potenziame­nto del fondo di garanzia per le Pmi e il Fondo nuove competenze, solo per fare degli esempi». Secondo il ministro non c’è il rischio che le aziende vadano all’estero, dove il blocco dei licenziame­nti non c’è: «I problemi del Covid ci sono ovunque. L’Italia è fatta di piccole e piccolissi­me imprese, che difficilme­nte si spostano all’estero e che invele».

Non ci sono vinti e vincitori Abbiamo trovato una mediazione per accompagna­re imprese e lavoratori fuori dalla emergenza

ce vanno aiutate a lavorare bene qui».

Resta il fatto che i lavoratori più colpiti siano stati proprio i più deboli, i contratti a termine. Per loro non si poteva fare di più? «Abbiamo fatto tantissimo. Abbiamo consentito di metterli in cassa integrazio­ne retroattiv­amente fin dal primo giorno di contratto. Prevediamo 3 mesi di esonero contributi­vo al 100% per le assunzioni di stagionali del turismo e degli stabilimen­ti termali anche a tempo determinat­o, oltre alla proroga di Naspi e Dis-coll. E consentiam­o il rinnovo dei contratti a termine senza indicare la causaSmont­ando il decreto Dignità, bandiera del M5S. «Mai smontare il decreto Dignità, che ha consentito di stabilizza­re molti posti di lavoro. Tuttavia viviamo un periodo eccezional­e e quindi, solo per una volta, consentire­mo il rinnovo senza le causali. Poi si tornerà al sistema ordinario». E il caso dei bonus chiesto da deputati e politici locali? La legge non poteva essere scritta meglio? «Qui il problema non è normativo ma etico. Nei mesi di chiusura totale delle attività, era necessario sostenere i lavoratori e le loro famiglie con la massima celerità. Questi deputati hanno tradito il mandato popolare e devono scusarsi, restituire le somme percepite e dimettersi».

La preoccupaz­ione vera, però, è per il futuro. I contagi sono in salita, se la situazione dovesse peggiorare ancora il governo è pronto a intervenir­e con nuova cassa integrazio­ne e blocco dei licenziame­nti? «Faremo quello di cui ci sarà bisogno. Al momento gli strumenti ci sono e ci consentono di arrivare fino alla fine dell’anno. Mi auguro però che tutti facciano la loro parte, a partire dalle mascherine. Solo così possiamo convivere con il virus e contenerlo».

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