Turisti di ritorno, il nuovo fronte La mappa dei focolai da Nord a Sud
Le Asl impegnate a tracciare i contagi di chi rientra dalle vacanze A Milano ammalati provenienti da Ibiza e Santo Domingo
Ci sono gli otto ragazzi positivi dopo essere rientrati venerdì a Roma da una vacanza a Malta. C’è un 35enne, anche lui romano, tornato il 31 luglio da Ibiza dove alloggiava in una villa con amici. Pure lui è ammalato di Covid-19 come lo è una ragazza del Milanese, anche lei giunta dall’isola spagnola. Poi i circa 90 studenti di ritorno da Pag, «l’isola del divertimento» in Croazia. Tutti giunti da Veneto, Lombardia, Piemonte ed EmiliaRomagna. Tra loro almeno 21 i contagiati, veronesi, vicentini, padovani. Ma le Asl interessate hanno avviato il contact tracing dopo che il titolare dell’agenzia bresciana «Errezetaevents», che ha organizzato il viaggio, ha dato l’allarme alle autorità sanitarie una volta avvertito della positività di uno dei giovani. Due i tour sotto osservazione: quello della settimana dal 17 al 24 luglio e quello dal 24 al primo agosto con a bordo anche dei milanesi.
L’allarme del ministro
Continua a crescere, dunque, il numero dei ragazzi positivi rientrati dalle vacanze fuori dall’Italia. Casi che destano inquietudine, assieme ai nuovi focolai censiti in tutta Italia. «Non essere preoccupati sarebbe da sconsiderati», ha detto ieri al Corriere il responsabile della Salute Roberto Speranza, osservando che «l’età media dei contagiati sta drammaticamente scendendo sotto i 40 anni» dopo che agli inizi della pandemia si aggirava sui 68 anni.
Studenti infetti vengono segnalati ovunque. Anche in Toscana dove si sono ammalati dodici ragazzi della provincia di Arezzo e altri due di Siena e Grosseto: tornavano tutti da Corfù. E nel Lazio è l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato a parlare, allargando il tiro, di «casi di importazione» riguardanti le 38 positività riscontrate ieri nella regione. Tra queste «una dalla Romania, una dall’India, una dalla Croazia, una dalla Thailandia e una dall’Ucraina». Positivo anche un milanese tornato da Santo Domingo.
Nei centri di accoglienza
Ma non sono solo i «contagi
di ritorno» che veicolano l’infezione a preoccupare. A Treviso la Procura ha aperto un fascicolo sul maxi focolaio con 257 positivi tra ospiti e operatori (c’è pure un poliziotto) del centro di accoglienza per migranti presso l’ex caserma Serena di Casier. Va chiarito come sia stato possibile che dai 2 positivi di due mesi fa si sia passati al contagio di buona parte dei circa 300 ospiti. Il Covid in questi giorni ha colpito altre due strutture di accoglienza. La prima è a Pergusa, nell’Ennese. Qui sono 21 i positivi, soprattutto migranti del Bangladesh.
Altre 21 infezioni a Carrara, in una struttura che ospita nigeriani, tra cui una donna incinta ora ricoverata.
Da Nord a Sud
Focolai sparsi si registrano in tutte le regioni. Ad Assisi sono positivi quattordici frati francescani, «tutti novizi giunti da poco in Italia e che vivono in stanze poco lontano dalla basilica di San Francesco: sono tutti in isolamento e stanno bene» dice padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di
Assisi.
Una cena tra ex compagni di classe ha provocato il contagio di venti persone a Montecopiolo, nel Pesarese, dove sono stati disposti 170 tamponi. A Savona un focolaio continua a mettere ansia, è quello che vede 20 positivi tra clienti e personale di un sushi bar. In Toscana c’è un caso a Borgo San Lorenzo, al Mugello, dove sono stati previsti 70 test a seguito dell’infezione di una parrucchiera.
Tra gli ammalati ci sono anche dei bambini: a Rieti è stata ricoverata una piccola di 7 anni che frequentava un centro estivo, ora sottoposto ad indagine epidemiologica. All’ospedale di Cosenza si è ammalata una bimba che stava per essere sottoposta a intervento chirurgico. Contagiati altri otto familiari.
La movida e le multe
Poi c’è il capitolo movida.A Vercelli positivi 30 giovani di origine dominicana che frequentavano lo stesso locale, il «Divina Club», temporaneamente sospeso dal sindaco. A Misano Adriatico è stato chiuso per 5 giorni il «Byblos», storica discoteca sulle colline del Riminese dove si ballava fitti e senza mascherina. Stessi provvedimenti per due locali a Roma, a Forte dei Marmi e a Ischia. Qui sei locali sono stati multati perché i dipendenti non avevano protezioni
A Misano Adriatico cinque giorni di sospensione allo storico locale Byblos