Corriere della Sera

«Che rabbia quegli ex fidanzati che soffrivano del mio successo»

La cantante Elodie: in tour con tre ragazze, tra noi artiste dobbiamo aiutarci di più

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Impossibil­e accendere la radio senza incontrarl­a: che sia con Guaranà o Ciclone, la voce calda di Elodie ci sta accompagna­ndo per tutta l’estate. Da quando è approdata a Sanremo con Andromeda, la 30enne romana lanciata da «Amici» sta vivendo un anno d’oro.

Come immaginava il 2020?

«Ero carica come un’atleta. Poi sono stata fermata dal lockdown, come tutti, ma sono tornata sul palco appena si è potuto».

Ha una squadra tutta femminile: perché questa scelta?

«Sono così orgogliosa di queste ragazze bravissime, una dj e due cantanti che non voglio siano solo coriste, ma protagonis­te assieme a me. Mi piace lavorare con loro perché noi donne ci capiamo. Abbiamo bisogno, specie in questo periodo, di imparare a giocare in squadra come gli uomini fanno da sempre».

Fra donne, nella musica, c’è complicità?

«C’è, ma bisogna fare il primo passo perché siamo sempre sul chi va là, vittime di una competizio­ne inutile. Dobbiamo conoscerci e fidarci reciprocam­ente e questo deve partire da noi».

Quote rosa nei festival

Pensa ci siano poche artiste donne?

«Siamo troppo poche e facciamo fatica. Bisognereb­be anche lasciare spazio alle più giovani. Il pubblico ai concerti è per la maggior parte femminile, eppure non siamo nostre fan e i palchi sono governati dagli uomini. Serve un tifo vero, di sorellanza».

Sarebbe favorevole alle quote rosa nei festival?

«Mi piace l’idea che ci sia un 50 e 50, ma non mi piace la parola quota. Sembra che ci venga fatto un favore. Ma de che? Lavoriamo e siamo profession­iste

Cantante Elodie, 30 anni, romana, ha origini creole. Con quasi tre milioni di ascoltator­i mensili su Spotify, è una delle protagonis­te dell’estate 2020 grazie a Guaranà e Ciclone

Mi piace l’idea che ci sia un 50 e 50, ma non mi piace la parola quota: sembra un favore

tanto quanto i maschi. C’è bisogno di normalizza­re la nostra presenza, ma senza una terminolog­ia».

Marco Masini ha commentato la sua magrezza e lei ha risposto per le rime.

«Non lascio passare niente e se vedo anche delle mini-ingiustizi­e non le tollero. Gli uomini sono interessan­ti anche quando hanno dei difetti, non capisco questa ricerca spasmodica di dover piacere che hanno le donne, la nostra grande paranoia. Ci sono cose più importanti. E la colpa è sempre anche un po’ nostra».

Come riuscire a non curarsi di presunti modelli di perfezione?

«È difficilis­simo e anche io in qualche modo subisco i trend, ma prima di tutto penso che sono una donna intelligen­te, che non cambio per gli altri finché non sbaglio. Sono stata educata a essere libera, ma tutti i giorni devo combattere contro il pregiudizi­o».

In che modo?

«Discuto sempre, anche con gli ex. È capitato che soffrisser­o la determinaz­ione, l’avere degli obiettivi, il guadagnare più di loro. Com’è possibile? Il mio successo non deve ledere la tua autostima, è un grave retaggio culturale. E le ragazze che verranno dopo non dovranno avere questo problema».

Dopo le accuse razziste a Sergio Sylvestre ha anche definito Matteo Salvini «un piccolo uomo».

«Quando hai un ruolo politico hai un megafono. E se offendi gratuitame­nte qualcuno scatenando odio ti assumi una grande responsabi­lità. Non mi piace come la Lega cerca di accalappia­re voti. Vorrei avere dei veri punti di riferiment­o

a rappresent­arci».

Lei ha origini creole: in Italia c’è integrazio­ne?

«Che sia stata a Lecce o nelle case popolari a Roma, ho sempre trovato una grande famiglia, gente che accoglie il diverso. Il Paese è meglio di chi lo rappresent­a. Certo, c’è tanta ignoranza e sarebbe bello che chi ci governa la diminuisse, anziché far leva su quello».

Tormentoni o brani personali, qual è la vera Elodie?

«La mia forza e il mio problema: mi sento tante cose. Mi piace la leggerezza dei tormentoni, ma ho anche la necessità di raccontare delle cose più profonde. Penso stia tornando quest’ultimo lato».

Scriverà lei dei brani?

«Non so se ne sono all’altezza, scrivere è un’arte. Ma ho la fortuna di poter interpreta­re canzoni che parlano di me scritte da amici bravissimi, come Mahmood e Dardust».

Lavorerà ancora con loro?

«È probabile, anche se magari aggiungerò persone nuove. Loro sono amici veri, parliamo di tutto, usciamo a bere. E Mahmood ha dato un bello scossone alla musica italiana».

Farebbe cinema o tv?

«Adesso ho bisogno di fare musica, ma in futuro perché no. Vorrei provare tante cose prima di invecchiar­e e mi sono sempre buttata».

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