Tre anni, 3.308 metri Il record (rischioso) di Jackson e i genitori
In cima al Piz Badile. «Eravamo sicuri di farcela»
Èdifficile stabilire se è più sorprendente l’impresa di Jackson, tre anni, arrivato in cima al Piz Badile (3.308 metri) dall’impegnativa parete nord, accomodandosi però nei tratti più difficili sulle spalle della mamma, oppure quella della sorellina Freya, 7 anni, che l’ascesa con i mille metri di roccia l’ha affrontata da sola senza aiuto, con le «sue gambette magre», come ha detto il papà orgoglioso. Le dichiarazioni a fine conquista dei due bambini non resteranno nella storia dell’alpinismo ma danno l’idea. Jackson: «È stato davvero bello, mi è piaciuto il pezzo che ho scalato da solo e le caHa ramelle Haribo». Freya: «Molto divertente e davvero spaventoso. Sono molto orgogliosa».
In questi folli tempi dove in montagna si cercano altitudini sempre maggiori da affrontare ad età sempre minori (un mese fa l’undicenne Jules Molyneaux ha raggiunto lungo la via svizzera la vetta del Cervino), l’ascesa della famiglia Houlding fa di sicuro notizia. Perché sono tutt’altro che degli sprovveduti. Il padre Leo, 40 anni festeggiati proprio lo scorso 28 luglio sulla vetta che separa la Svizzera dall’Italia, ha scalato diciottenne il mitico El Capitan nella Yosemite Valley e l’anno scorso la Spectre, in Antartide, la montagna più remota al mondo: in entrambi i casi primo britannico a riuscirci. Questa gitarella familiare, come ha spiegato al Daily Mail, era audace ma ben studiata. ammesso che in montagna «c’è più rischio che in altre attività: pericolo di scivolare, pericolo di maltempo, pericolo di caduta massi. Ma abbiamo scelto questa salita perché sono tutti rischi che puoi controllare. Avendo con me i miei figli, ero consapevole che stavamo vivendo una grande avventura insieme, ma non ho mai avuto la sensazione che fossimo in una situazione inaccettabile, non ho mai pensato che fossimo andati fuori dalle nostre possibilità».
Nel post su Facebook in cui ha celebrato l’evento, oltre a ringraziare Jess («moglie e madre incredibile») e ovviamente i figli («per essere stati così coraggiosi e forti»), Leo ha voluto aggiungere anche i meteorologi, «per averci dato le previsioni stabili di cui avevamo bisogno».
Basta poco in altitudine perché le condizioni diventino improvvisamente complicate e la famiglia Houlding se l’era presa con una certa e comprensibile calma. Tre giorni per salire dal lato svizzero, dal 25 al 27 luglio, discesa il 28 verso l’italiana Val Masino. La prima notte hanno dormito in rifugio, la seconda in un bivacco prima dell’attacco alla cima, la terza in un altro bivacco proprio sulla punta. «Una piccola capanna di metallo, un punto spettacolare con un enorme dislivello davanti alla porta» lo descrive il papà. Lui aveva l’incarico di portare su tutta l’attrezzatura e il cibo. Così il compito di mettersi sulle spalle il peso più leggero, i 15 chili di Jackson, è toccato alla mamma, medico e buona arrampicatrice. Pure lei naturalmente su di giri: «È stato fantastico, continuiamo ad aumentare il livello ogni anno. È un risultato enorme, soprattutto per mia figlia».
Previsto o no, gli Houlding si sono trovati sul Piz Badile a 153 anni esatti da quel 27 luglio 1867 della prima ascesa, ad opera dell’americano William Auguste Coolidge, che avrebbe compiuto 17 anni il mese dopo (come dire, niente o poco di nuovo). Quindi l’arrivo nella Val Masino, dove 14 anni fa gli sposini Leo e Jess trascorsero la loro luna di miele, e infine una comoda corsa in taxi fino al camper rimasto parcheggiato in Svizzera.
E adesso il meritato riposo? Non scherziamo: «Siamo pronti per un trekking di più giorni attraverso le montagne più alte del Montenegro». Ma, assicura Jess «non sarà impegnativo come il Piz Badile».