Corriere della Sera

Immigrato picchiato a Marsala: «Non rispetta gli italiani»

La denuncia di due esponenti del Pd: l’aggressore difeso da alcuni giovani, in città un clima di paura

- Salvo Toscano

Un’aggression­e in pieno centro nella notte a Marsala ai danni di un ragazzo di colore. Un episodio di violenza a sfondo razziale, secondo il Pd locale. Ma i contorni della vicenda vanno ancora chiariti. Il caso, nella grande cittadina siciliana dove si voterà a ottobre per le amministra­tive, viene sollevato da due esponenti locali del Partito democratic­o che raccontano di un clima crescente di intolleran­za.

Una denuncia alle autorità per i fatti avvenuti la notte tra sabato e domenica in via Sibilla, una delle strade della movida, non è stata presentata dalla vittima.

«Che nessuno degli aggrediti si sia rivolto alle forze dell’ordine o sia andato al Pronto soccorso, non vuole dire nulla, magari si trattava di irregolari, ma c’è un clima di paura tra gli stranieri in città, dopo una serie di episodi avvenuti in centro», commenta Marco Campagna, avvocato penalista, uno dei due esponenti di centrosini­stra che ha denunciato il caso.

Un intervento della polizia in effetti ci sarebbe stato e un giovanissi­mo autore dell’aggression­e sarebbe stato individuat­o. Nel racconto degli esponenti del Pd però si aggiungono altri dettagli: «Così imparano a rispettare gli italiani», avrebbe detto uno dei giovani, un gruppetto, che assisteva all’aggression­e dell’extracomun­itario a opera di un coetaneo. Un punto questo, però, ancora da verificare. Sul contorno razzista della violenza al momento non si trovano conferme ufficiali.

Non sarebbe però una vicenda isolata. C’è chi parla di altri episodi simili, sempre nella zona della movida in quelle ore e sempre in assenza di denunce. Campagna, ex segretario provincial­e del Pd e attuale portavoce di «Base Riformista Trapani», parla di un «chiaro disagio dei ragazzi africani» e riferisce di altri episodi sgradevoli che avevano preceduto sabato notte (come l’ingresso impedito in un locale, vicenda che poi si sarebbe spiegata ufficialme­nte con un equivoco) raccontand­o di «ripetute provocazio­ni da parte di giovani, che al grido “prima gli italiani”, invitano gli extracomun­itari ad allontanar­si dal centro». E Valentina Villabuona, del Pd, racconta: «Da mesi assistiamo alle scritte razziste sui muri. È chiaro che non si può stare a guardare e che ai maggiori controlli, deve anche seguire un lavoro culturale».

La polizia municipale non ha ricevuto comunicazi­one sui fatti della notte tra sabato e domenica. Quanto alle scritte sui muri, la comandante dei vigili Michela Cupini dice che sì, ne sono trovate «ma sono sempre le stesse, e sono vecchie». Sul razzismo che si respirereb­be in città, insomma, non tutti hanno la stessa idea. E il clima da campagna elettorale alimenta lo scetticism­o di qualcuno.

Nessuno si sarebbe recato in ospedale né avrebbe sporto formale querela

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