Corriere della Sera

Gioele era vivo ma senza cintura L’ultima ipotesi: vittima dello scontro

L’immagine in un video. Tutti i punti oscuri

- Andrea Pasqualett­o

Ha gli occhi aperti ed è affacciato al finestrino della Opel Astra di mamma Viviana. L’ultima immagine di Gioele, immortalat­a dalla telecamera esterna di un negozio di Sant’Agata di Militello, non lascia spazio a dubbi: un quarto d’ora prima di scomparire nel bosco con la madre, il bambino era vivo. «Questo è finalmente un punto fermo», conferma il procurator­e di Patti, Angelo Cavallo, che coordina le indagini sulla morte di Viviana Parisi e sulla misteriosa sparizione di suo figlio. Punto fermo che non risolve il giallo ma restringe le ipotesi, escludendo soprattutt­o qualsiasi sospetto sul marito di Viviana, Daniele Mondello, che ieri ha lanciato un altro appello a chiunque abbia visto o sappia qualcosa del piccolo, «che voglio riabbracci­are», ha detto in lacrime.

Il tamponamen­to

L’analisi dello stesso video, il più significat­ivo acquisito dagli inquirenti, restituisc­e anche un particolar­e considerat­o importante: pare che il bambino non fosse legato al seggiolino ma seduto sul sedile posteriore senza alcuna sicurezza. Visto che un quarto d’ora dopo Viviana ha causato l’incidente sotto la galleria autostrada­le e visto soprattutt­o che viene notata mentre si allontana con il bambino in braccio, non si può escludere che Gioele, senza cintura, possa aver sbattuto la testa da qualche parte, essersi ferito o essere addirittur­a morto. E che la mamma si sia spaventata e abbia reagito in quel modo sconsidera­to. Dalla Scientific­a di Catania, che ha esaminato l’auto, al momento non sono emerse tracce di sangue evidenti.

Incidente-suicidio

«È comunque una nuova ipotesi al vaglio», precisano gli investigat­ori, ricordando che la ricostruzi­one si basa però su un elemento non del tutto certo: la testimonia­nza oculare della non meglio identifica­ta «famiglia del Nord». Di quei soccorrito­ri cioè che si erano fermati nella piazzola di sosta per aiutare le persone coinvolte nell’incidente dicendo ai presenti di aver incrociato e seguito Viviana con il figlio in braccio dopo che lei aveva scavalcato il guardrail, rinunciand­o evidenteme­nte a fermarla. «Vorrei chiedere a questi signori come teneva il bambino, quale direzione ha preso», aggiunge Cavallo. Il fatto di sapere con certezza se Gioele fosse con lei e se stesse o meno camminando può essere utile da vari punti di vista: quello della ricostruzi­one dei fatti, innanzitut­to. Dal casello dell’autostrada di Sant’Agata alla galleria ci sono 15 minuti di buco, nei quali può essere successo qualcosa.

Il buco temporale

E 15 minuti per percorrere 13,6 chilometri significa viaggiare a una media inferiore ai 60 all’ora, una velocità da strada provincial­e. Viviana si è per caso fermata? È successo qualcosa con Gioele? Tutti nuovi interrogat­ivi che si affacciano su questo giallo d’agosto, con squadre di Vigili del fuoco e Protezione civile impegnate senza sosta nella ricerca di un bambino.

Con un rinnovato spirito e un obiettivo più mirato: si batte soprattutt­o la zona del ritrovamen­to del corpo di Viviana, dove ieri è arrivata pure una sensitiva, chiamata dalla zia di Gioele: «Lui è lì, vicino alla madre e probabilme­nte adagiato su alcune foglie». Non giova alle ricerche il fatto che Viviana fosse una donna energica e che quindi possa aver camminato a lungo, salendo e scendendo per le colline impervie. «Dove — fa notare chi segue il caso — può sempre aver fatto quell’incontro sfortunato di cui aveva parlato il procurator­e. Teniamo conto che questi sono territori dove si macellano animali in modo clandestin­o». Non sarà il paese dei balocchi ma l’ipotesi dell’omicidio di Viviana sta decisament­e perdendo quota. Rimangono il suicidio e l’incidente.

Gli interrogat­ivi

E rimane questo traliccio ai piedi del quale è stato trovato il suo corpo senza vita. Potrebbe esserci salita per orientarsi, scivolando. Oppure per farla finita, lanciandos­i nel vuoto. Certo, non è semplice salire su un pilone del genere. Restano molti interrogat­ivi. Come quello sulla bugia iniziale: vado a Milazzo a prendere le scarpe per Gioele, aveva detto lei al marito. Non c’è mai andata. Dove era diretta? Pare alla Piramide della Luce, un’opera artistica legata a una certa mistica che dista una quarantina di chilometri da Sant’Agata. Lo pensano i familiari e non lo escludono gli inquirenti: «Ci sta e ci sta che non l’abbia detto al marito temendo un rifiuto». Quel che non ci sta è il mancato pagamento del pedaggio all’uscita di Sant’Agata. Perché? Aveva con sé carte di credito e contante. Gli stessi che ha lasciato in macchina dopo l’incidente. Forse impaurita, forse confusa. Non lo sapremo mai.

Si cerca la famiglia del Nord che ha visto la scena. L’appello del procurator­e

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Il corpo di Viviana Parisi, 43 anni, è stato trovato sabato 8 agosto, dopo giorni di ricerche. La donna era uscita in auto portando con sé il figlio Gioele
La mamma Il corpo di Viviana Parisi, 43 anni, è stato trovato sabato 8 agosto, dopo giorni di ricerche. La donna era uscita in auto portando con sé il figlio Gioele

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