Corriere della Sera

Party di compleanno: Bolt è positivo al virus

L’ex campione dei 100 ha capito la lezione, polemiche in Giamaica

- di Marco Bonarrigo

Del Covid si era fatto beffa lo scorso aprile, postando su Twitter un geniale biglietto di auguri pasquali che si guadagnò in un lampo un milione di consensi: foto della sua strabordan­te vittoria sui 100 metri ai Giochi di Pechino (rifilò due metri a Richard Thompson, secondo) accompagna­to da lapidaria didascalia: «Distanziam­ento sociale». E il Covid si è vendicato nel peggiore dei modi: da ieri Usain Bolt è uno dei quasi 1.500 cittadini giamaicani positivi al virus. L’ha anticipato ieri mattina la catena radio giamaicana Nnn, l’ha confermato lui stesso nel pomeriggio con 15” di messaggio su Instagram, registrati dal letto di casa, barba incolta, sguardo dolente: «Mi sono svegliato e ho visto sui social la notizia che sono risultato positivo al Covid-19. Voglio essere responsabi­le e quindi starò in isolamento, lontano dagli amici. Non ho sintomi, ma sono in quarantena e aspetterò di avere la conferma e il protocollo da seguire. L’importante è restare al sicuro, prenderò la cosa con calma e responsabi­lità. Fate lo stesso anche voi».

Parole sagge, comportame­nto meno. L’uomo più veloce del mondo sarebbe rimasto contagiato durante un mega-party organizzat­o dalla compagna Kasi Bennett per festeggiar­e il 34° compleanno del compagno (i due dallo scorso maggio sono genitori di una bimba, battezzata - ahimè - Olimpia Lightning) che ha lasciato l’agonismo nel 2017. Festa contestata subito dopo l’annuncio pubblico: in Giamaica non tira una bella aria, il contagio non accenna a calare tanto che il primo ministro Andrew Holness ha chiesto di evitare i raggruppam­enti superiori alle venti persone e imposto un coprifuoco dalle sette di sera alle cinque del mattino in molte parti dell’isola per limitare i contatti tra i cittadini.

Fiato sprecato, almeno con la famiglia Bolt che ha allestito il party venerdì scorso, subito dopo l’alba, per permettere agli ospiti di sfuggire al coprifuoco. Una serie di video postati (e poi in parte cancellati) sui social mostrano un centinaio di persone danzanti e beventi, ammassate in un giardino senza la minima traccia di mascherine o distanziam­enti sociali.

Animatore della festa, Dwaine “Ding Dong” Ottey, amico di Usain e, soprattutt­o, star del reggae nazionale. Tanti gli ospiti illustri. Da Raheem Sterling, attaccante del Manchester City e della nazionale inglese, a Leon Bailey,

ala del Bayer Leverkusen al fuoriclass­e del cricket indiano Chris Gayle. Tutti, adesso, in trepida attesa dei risultati dei test.

Usain Bolt sta ancora cercando di capire cosa farà da grande. Nel 2018 ha provato a riconverti­rsi al calcio, facendo prima un provino col Borussia Dortmund e poi con i norvegesi dello Strømsgods­et con cui giocò venti non memorabili minuti in amichevole contro una selezione inglese: velocità buona, piedi decisament­e no. Nel 2019 Usain è tornato a sgambettar­e in pista lasciando intraveder­e, ma solo per poche ore, un possibile ritorno all’agonismo. É tornato invece nella natia Giamaica, dividendos­i tra gli amati party e l’amatissima figlia.

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Il party Usain Bolt in uno dei fotogrammi postati venerdì su Instagram dalla star del reggae Dwaine «Ding Dong» Ottey. Al party per il compleanno (il 34°) del campione organizzat­o a Kingston dalla compagna di Bolt, Kasi Bennet, avrebbero partecipat­o un centinaio di invitati

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